Diario, raccolta di appunti filologici e linguistici, di passi letterari e filosofici, di riflessioni autobiografiche e socio-antropologiche, serbatoio di temi e concetti per le opere creative, ma al contempo “opera” autonoma che noi oggi possiamo leggere come testimonianza dei più diversi modi di scrittura (dall’aforisma a veri e propri trattatelli) e della straordinaria forza del pensiero asistematico, in continuo divenire, di Leopardi: tutto ciò è lo Zibaldone di Pensieri, un testo unico nella letteratura italiana.
Iniziato, forse dietro suggerimento del canonico amico di famiglia Giuseppe Antonio Vogel, nel luglio del 1817, e portato avanti fino al dicembre del 1832 (particolarmente fecondi furono gli anni dal 1821 al 1823; le pagine cominciano a essere datate dalla centesima), lo Zibaldone si compone di 4526 facciate, attualmente raccolte in sei volumi conservati presso la Biblioteca Nazionale di Napoli.
Lo stesso Leopardi a più riprese predispose degli strumenti per “navigare” nell’“immenso scartafaccio”: oggi disponiamo dei due cosiddetti “protoindici”, Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura e Danno del conoscere la propria età (composto in funzione della stesura delle ultime sei Operette del 1824); delle polizzine “richiamate” e “non richiamate” nell’Indice; e di uno schedario mobile composto di 555 cedoline, che costituisce la precedente stesura del vero e proprio Indice del mio Zibaldone di Pensieri (sono indicizzate le pp. 1-4295), steso tra luglio e ottobre 1827 (probabilmente in vista della composizione di un Dizionario filosofico e filologico, poi non realizzato).
La prima edizione (col titolo Pensieri di varia filosofia e bella letteratura) si ebbe solo nel 1898-1900 per Le Monnier (7 voll., Firenze), a cura di una Commissione presieduta da Carducci. L’edizione critica di riferimento è curata da Giuseppe Pacella (Garzanti, Milano 1991), da affiancare con l’edizione curata da Rolando Damiani per Mondadori (Milano 1997) e con la riproduzione fotografica dell’autografo curata da Emilio Peruzzi (Scuola Normale Superiore di Pisa, 1989-94).