Magliabechiano

G. Zurita y Castro, Indices rerum ab Aragoniae..., Saragozza, Portonari, 1578
Contenant le regne de Tibere. Parigi, T. Jolly, 1670
P. Bersuire, Dictionarii...pars prima, Venezia, Scoto, 1583
R. Dodsley, Economia della vita umana. Firenze,  Bonucci, 1759

Questo fondo prende il nome da Antonio Magliabechi che col suo testamento (26 maggio 1714) di fatto fonda la Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze. Con questo lascito nasceva a Firenze la prima biblioteca veramente pubblica (1747) quasi contemporanea all'altra dovuta alla prodigalità di Francesco Marucelli (1752).
Nato nel 1633, avrebbe dovuto diventare orafo, ma "il furor d'aver libri e di ammucchiarli" fece di lui uno dei massimi eruditi della sua epoca e, al tempo stesso, un bibliomane, un bibliografo e un bibliotecario eccellente. La sua casa in Via della Scala fu povera di mobilio, ma ricchissima di volumi manoscritti e a stampa: ne raccolse ben 30.000. Bibliotecario di Leopoldo de' Medici, acquistò ben presto grande fama per l'ampia erudizione e la conoscenza del latino, del greco e dell'ebraico tanto da indurre il granduca Cosimo III de' Medici a nominarlo bibliotecario della Biblioteca Palatina di Palazzo Pitti. Non solo, ma, avendo saputo dallo stesso Magliabechi del nobile dono che lo studioso aveva intenzione di fare alla popolazione della città di Firenze, il Granduca diede ordine di adattare due sale di Palazzo Vecchio per la futura biblioteca.
Il fondo Magliabechiano originario si costituisce di circa 120.000 edizioni comprese fra il XVI secolo e i primi decenni del XX secolo, offrendo la più vasta copertura delle diverse discipline della cultura italiana e straniera per quanto concerne i progressi della scienza e della tecnica, le scoperte geografiche e le materie filosofico-letterarie. Sono state catalogate 60.000 pubblicazioni antecedenti al 1830 e sono state digitalizzate 215.000 immagini, con una media per ciascuna pubblicazione variabile a seconda dei casi ritenuti significativi.

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