Storia dell’arte italiana di Adolfo Venturi

Ritratto del Prof. Comm. Adolfo Venturi nel suo studio, Roma 22 febbraio 1924
A. Venturi, Storia dell’arte italiana, vol. 2: dall’arte barbarica alla romanica. Milano 1902,  copertina di Giuseppe Cellini
A. Venturi, Storia dell’arte italiana, vol. 7.2: la pittura del quattrocento. Milano 1913, copertina di Edoardo Gioia (?)
A. Venturi, Storia dell’arte italiana, vol. 9.1: la pittura del cinquecento. Milano 1925, copertina di Edoardo Gioia

Adolfo Venturi (1856-1941), ispettore della Galleria Estense di Modena dal 1878 al 1888, fondò la rivista Archivio storico dell'arte (1888-1897) e L'Arte (1898-1954). Iniziò l'inventario del patrimonio artistico italiano promuovendo l'ordinamento dei Musei di Stato; ottenne la libera docenza nel 1890, si dedicò all'insegnamento universitario ricoprendo la prima, e per molto tempo, la sola cattedra di storia dell’arte in Italia presso l’Università La Sapienza di Roma dal 1896 al 1931. Lo studioso redasse e pubblicò tra il 1901 e il 1939 questa Storia dell’arte italiana primo vero e proprio manuale di storia dell’arte in Italia, mai più eguagliato per estensione e consistenza della documentazione fotografica (oltre 18.000 fotografie), una fonte imprescindibile per gli studiosi, i critici e i funzionari della tutela e valorizzazione del Ministero per i beni culturali. Pur rimanendo incompleta essa si compone di 25 volumi coprendo il periodo tra il Paleocristiano e il Cinquecento. Ogni volume raccoglie una serie di trattazioni a carattere monografico sui singoli maestri, precedute da regesti bio-bibliografici e seguite dal catalogo delle opere, delle quali un gran numero è riprodotto per la prima volta. La riproduzione digitale è stata realizzata, a cura della Biblioteca di archeologia e storia dell’arte, per l’intera opera di Adolfo Venturi e per i suoi indici analitici sia per garantirne la tutela sia per estenderne la fruizione anche all’utenza remota. L’opera è costituita da 11 tomi per un totale di 25 volumi e di circa 26.973 pagine totali in cui sono comprese 1.969 pagine dei tre volumi di indici pubblicati tra il 1975 e il 1988. I primi frontespizi sono disegnati dal pittore dannunziano G. Cellini, quelli successivi da vari artisti tra cui E. Gioia e G. Cisari.