Biblioteca digitale di testi latini tardoantichi
La raccolta nasce nell’ambito del progetto Digital Library of late antique Latin Texts, avviato il 1 marzo 2010 grazie ad un finanziamento della Regione Piemonte, diretto da Raffaella Tabacco (responsabile della ricerca, che dirige il progetto per l'aspetto linguistico-letterario) e Maurizio Lana (che dirige il progetto per l'aspetto linguistico-informatico), con lo scopo di costruire e mettere a disposizione una biblioteca digitale della letteratura latina tardoantica, dal II al VI-VII secolo d.C.
Non mancano del tutto altre banche dati specifiche per testi tardoantichi, ma esse sono o selettive (comprendono i testi di un editore) o settoriali (accolgono i testi cristiani di una specifica collezione), oltre a essere proprietarie di ciò che contengono e quindi di consultazione assai costosa.
DigilibLT si propone di colmare un vuoto, fornendo un canone preciso degli autori e delle opere tardoantichi presenti nella collezione, completo e chiaro nell’indicazione delle edizioni adottate come riferimento e degli interventi editoriali eventualmente operati su di essi, di libera e gratuita consultazione online, costruendo anche un ambiente di lavoro complessivo, che divenga un punto di riferimento per gli studiosi del mondo latino tardoantico.
I testi sono codificati secondo lo standard TEI.
Il progetto, in fase di avanzata elaborazione, raccoglie in prima istanza i testi latini non cristiani in prosa: sono a canone diverse centinaia di scritti di varia ampiezza. Progressivamente si mettono a disposizione autori come Ammiano Marcellino, Boezio, Sesto Aurelio Vittore, Ausonio, Macrobio, scrittori tecnici di medicina, architettura e agrimensura, opere come le Res Gestae Alexandri Macedonis e l'Itinerarium Alexandri, il De fluminibus di Vibio Sequestre, i trattati di retorica e di grammatica. I testi sono corredati di schede introduttive sugli autori e sulle opere e di bibliografie scientifiche progressivamente aggiornate. Si possono effettuare ricerche per parola o gruppo di parole dentro le opere, anche utilizzando gli operatori booleani, o all'interno della bibliografia stessa.