Manoscritti e rari di pregio della Biblioteca antica dell'Osservatorio Astronomico di Roma

Johannis Hevelii Selenographia: sive, Lunae descriptio; atque accurata, tam macularum ejus, quam motuum diversorum, aliarumque omnium vicissitudinum, phasiumque, telescopii ope deprehensarum, delineatio ... Addita est, lentes expoliendi nova ratio ...
Flores Auicenne collecti super quinque canonibus quos edidit in medicina nec non super decem et nouem libris de animalibus cum canticis eiusdem ad longum positis. Frontespizio
manoscritto III.C.14
S. Münster, Organum uranicum. Basilea, 1536

La collezione digitale della Biblioteca dell’Istituto Nazionale di Astrofisica - Osservatorio Astronomico di Roma - INAF-OAR presenta una selezione di edizioni rare e di pregio (35) volte a testimoniare la ricchezza e l’unicità delle opere conservate soprattutto nella parte annessa al Museo Astronomico e Copernicano, scelte nell’ambito del progetto di conservazione e valorizzazione del patrimonio storico librario “I libri, le carte e gli strumenti di Urania: progetto di ricognizione, tutela e valorizzazione del patrimonio storico-culturale dell’INAF”.

La collezione propone la digitalizzazione integrale di quattro manoscritti compilati nei secoli 14.-16., di cinque incunaboli e di alcune cinquecentine e seicentine scelte per la presentazione grafica e l’impatto artistico, per la presenza di segni e annotazioni che conferiscono valore di unicità all’esemplare, per l’associazione agli strumenti astronomici conservati presso il Museo Astronomico e Copernicano. Vi si trovano, così: un codice membranaceo attribuito ai secoli 14.-15., con disegni e capilettera policromi e contenente una miscellanea di testi astronomici medievali, tra cui l’Algorismus de integris del matematico, astronomo e astrologo inglese Johannes de Sacrobosco; una delle prime edizioni cinquecentesche dei Flores Auicenne collecti super quinque canonibus quos edidit in medicina (1514), del medico arabo Avicenna, fittamente annotato sul frontespizio. Si trova ancora l’Organum vranicum del cosmografo francescano Sebastian Münster del 1536, opera anche artisticamente pregevole per i modelli grafici di determinazione dei luoghi planetari , simili ad astrolabi, con parti mobili. Tra le seicentine spicca, ma solo a titolo esemplificativo, la prima edizione della Selenographia sive Lunae Descriptio dell’astronomo polacco fondatore della moderna selenografia Johannes Hevelius (1647), sin da subito considerata una tra le più importanti opere scientifiche del Seicento.