Manoscritti della Biblioteca Casanatense
Il fondo manoscritti della Biblioteca Casanatense - di cui si pubblica una selezione di 37 codici digitalizzati - vede la sua origine nella biblioteca privata del cardinale Girolamo Casanate (1620-1700), la cui attività di ricercatore e collezionista costituì un corpus di materiale raro e di pregio. Oggi si compone di più di 6.300 esemplari che ricoprono un arco cronologico che va dall’VIII al XX secolo ed è caratterizzato da un’estrema varietà per quanto riguarda la tipologia libraria e documentaria, l’aspetto iconografico ed il contenuto testuale: questa peculiarità si deve all’attività svolta nel corso degli anni dai prefetti e dai direttori, esperti bibliofili che hanno arricchito il patrimonio della biblioteca non solo dei testi più significativi ma anche degli esemplari più rari. Contribuisce a questa varietà la presenza di numerosi codici attinenti alle discipline musicali: i manoscritti musicali, già inclusi nel nucleo originale del fondo appartenuto a Girolamo Casanate - dalla sua biblioteca proviene il celebre exultet in beneventana -, sono andati via via ad aumentare grazie agli acquisti e ai diversi lasciti avvenuti durante l’amministrazione domenicana e la gestione statale, prima fra tutti la donazione di mons. Baini maestro della Cappella Pontificia che nel 1844 donò i suoi volumi di musica, e tramite gli acquisti in antiquariato del XX secolo che hanno permesso anche l’acquisizione del Fondo Paganini comprensivo di un centinaio di manoscritti in prevalenza autografi, scritti fra il XVIII e il XIX secolo, che rappresentano quasi l’intero corpus della produzione musicale del grande violinista e compositore. Il fondo è stato successivamente (1989, 1999, 2002) arricchito dall’acquisto di alcune composizioni manoscritte autografe che erano rimaste nascoste in archivi privati.