Fondo manzoniano

A. Manzoni, A. Manzoni, Fermo e Lucia. Manz.B.II, 1821-1823
C. Beccaria, Opere diverse del marchese Cesare Beccaria... Napoli, 1770
Lettera di Alessandro Manzoni a Tommaso Grossi. Brusuglio, settembre 1824
Lettera di Alessandro Manzoni a Vincenzo Monti. Milano, 15 giugno 1827

Nel luglio del 1885, solo dodici anni dopo la morte di Alessandro Manzoni, Pietro Brambilla (marito di Vittoria, nipote del Manzoni) comunicava la volontà della famiglia di destinare la raccolta dei manoscritti manzoniani in suo possesso alla Biblioteca Braidense e chiedeva, però, che la biblioteca destinasse "un apposito locale" ad accogliere le opere del Manzoni "e pubblicazioni relative" con esplicita "menzione della donazione fatta".
Incrementarono la raccolta il dono di Ercole Gnecchi (vari autografi), il legato testamentario di Giulia Costantini Manzoni (pezzi di iconografia manzoniana) e la raccolta Vismara ricca di molte rare edizioni de I Promessi sposi.
Tra il 1924 e il 1925 due importanti gruppi di opere manzoniane vennero ad arricchire ulteriormente il fondo: l'Associazione Nazionale per gli Interessi del Mezzogiorno donò un cospicuo numero di cimeli, autografi e iconografia appartenuti a Stefano Stampa, figliastro del Manzoni; l'ingegnere Federico Gentili donò una serie di scritti autografi (247 lettere), 600 libri e un gran numero di ritratti e cimeli appartenuti alla ricchissima collezione della famiglia Gnecchi.
La nuova Sala Manzoniana destinata ad accogliere il materiale fu progettata dall'architetto Tommaso Buzzi e venne inaugurata il 5 novembre 1951.
Attualmente la raccolta manzoniana comprende 250 manoscritti (per un totale di circa 9.000 carte), 550 volumi della biblioteca del Manzoni di cui 200 postillati, circa 5.000 pezzi di carteggio, 1.000 volumi di opere del Manzoni, 1.000 volumi di critica e 1.800 pezzi collocati in miscellanea.
Nella sala di Consultazione è a disposizione del pubblico il catalogo del Fondo Manzoniano.