Stampe popolari ottocentesche del Legato Vittorio Imbriani

M. Moxedano, Vicenzella la carnacottara nnammorata morta de Tommasiello lu tavernaro abbascio a llo Pennino. Napoli, 18..
Scala dell'uomo ammogliato. Napoli, dopo il 1830
M. Paolella, Il barcajolo di S. Lucia. Napoli. Dopo il 1830
Istoria di Ottinello e Giulia Quale tratta, come fu preso da' Turchi, e con riscatto liberossi ... per mezzo loro. Napoli, 1849

La singolare raccolta di Stampe popolari ottocentesche, proveniente dal Legato Imbriani della Biblioteca Universitaria di Napoli, rappresenta – per la sua specifica peculiarità – un prezioso patrimonio artistico-letterario. I libretti, i fogli volanti e le stampe costituiscono una cospicua documentazione etno-antropologica della letteratura popolare.

Vittorio Imbriani, intellettuale poliedrico ed atipico, curioso ed “onnivoro divoratore” di libri, intraprese, con la preziosa collaborazione dell'amico Antonio Casetti, un vero e proprio “viaggio” alla scoperta della letteratura, cosiddetta non colta, minore, rappresentata da storie, leggende, miti, cantate amorose, inni e canti patriottici, cantate epico-liriche, narrazioni sacre, canzonette satiriche e burlesche. Una originale produzione letteraria, di diversa provenienza regionale, nella quale si rinviene una comunanza di temi che - seppur narrati con idiomi propri - consente di preservare l'identità dialettale. Imbriani manifestò una spiccata “passione” per tale produzione che amava “scovare” nei luoghi più autentici della Città partenopea, “battendo” e setacciando librai, antiquari, botteghe e – secondo una definizione dello stesso Imbriani – bancherozzai e muricciolai. L'Imbriani fu un fine, curioso ed arguto indagatore delle veraci tradizioni popolari - degli usi e costumi ad esse sottese - che contrapponeva, volentieri, con il suo piglio deciso, critico e polemico, alla letteratura colta.

Fu nel 1866 che Vittorio Imbriani racchiuse, tra le pagine di un grosso album – dal titolo manoscritto Libretti popolari. Storie e canzoni di Napoli - sessantasette opuscoli con l'obiettivo di realizzare una  Bibliografia delle storie di edizione napoletana.

Una letteratura dei muriccioli posta in vendita, per pochi spiccioli, sui muretti, sui gradini delle chiese, nelle locande, in anfratti ed oscuri androni di palazzi di Napoli e della provincia, nelle strade, in ogni luogo dove era possibile “appenderle” con uno spago. Siffatta produzione consente di ricostruire la 'mappatura' delle numerose botteghe nelle quali i manufatti prendevano forma. Il centro storico napoletano – da Cisterna dell'Olio a San Biagio dei Librai, fin a San Gregorio Armeno e Via dei Gerolamini – tra la fine del'700 e per buona parte dell' '800, diventa lo spazio nel quale tipografi e litografi stampano, con profitto, i libercoli a bassissimo costo, consentendone, in tal modo, una immediata e capillare diffusione.

Nelle canzoni e canzonette venivano narrati, spesso, amori, passioni e tradimenti ma, anche episodi di vita reale. A Vittorio Imbriani è riconosciuto il grande merito di aver restituito dignità a questo tipo di letteratura  che analizza un mondo, posto ai margini della società ed, oggi, scomparso e dimenticato.

Così i mille mestieri praticati a Napoli – descritti ad esempio, nella canzone de lo recottaro lu maruzzaro lo pisciavinolo di Santa Lucia, lo cocchiere d'affitto - si mischiano, attraverso una singolare ed unica contaminazione,  con suoni e parole di scherzi, lazzi' e di ballate per la propria e desiderata 'amorosa'.

Questa parte della Libreria di Vittorio Imbriani esprime la tradizione popolare che, da sempre, ha fatto la storia del nostro territorio e della nostra comunità.