Stampe con vedute di Firenze e della Toscana della Biblioteca Marucelliana

J. Callot, Teatro fatto in Firenze nella festa a cavallo per la venuta del Ser.mo principe d'Vrbino … Firenze, 1616
S. Della Bella, Figure della festa a cavallo, rappresentata nel teatro del ser.mo granduca di Toscana il di 15 luglio 1637
S. Della Bella, In portu Liburnensi Colossus e marmore Ferdinandi 1. M. Etr. D. Mancipia Thracia ex aere captivo premens. Firenze [?], 1655
S. Della Bella, Prima scena rapresentante Fiorenza. Firenze, 1637

È qui raccolto un piccolo corpus di incisioni di Jacques Callot, Stefano della Bella e altri incisori fiorentini tratto dalla collezione di stampe della Biblioteca Marucelliana che rappresentano scene di feste e apparati legati alla vita della corte dei granduchi e vedute di Firenze e della Toscana granducale.

Il nucleo principale della raccolta di stampe ad oggi posseduta dalla Marucelliana è costituito dal lascito di Francesco di Ruberto, ultimo discendente della famiglia Marucelli. Questi nel suo testamento, redatto il 31 maggio 1783, lasciava alla Marucelliana l’intera sua collezione grafica, corrispondente a circa un migliaio di disegni raccolti in volume e da «stampe tanto legate in libri che sciolte, e separate in cartella». Come in tutte le raccolte formate in questo periodo, anche nella collezione Marucelli, sovrabbondavano le incisioni italiane e straniere del Seicento e del Settecento, secoli rappresentati da nomi autorevoli come della Bella e Callot, ai quali il collezionista aveva dedicato due interi volumi monografici; parimenti vi figuravano anche opere grafiche del Quattrocento, come alcune rare prove di niello.

Le stampe appartenute a Francesco di Ruberto (a differenza dei disegni oggi staccati dagli antichi volumi, posti sotto passepartout e collocati in apposite cassettiere) si trovano ancor oggi, raccolte in grossi volumi segnati da numero romano. La consistenza delle stampe che ammonta a circa 30.000 unità, contenute in 400 volumi/cartelle, vide un primo sensibile incremento nel 1791, anno in cui il patrimonio grafico risulta sensibilmente aumentato come dimostra il rendiconto finale, e quindi nel 1819 quando grazie ad un considerevole acquisto entrarono a far parte della collezione centocinque stampe per la maggior parte di contemporanei.