titolo Ludovico Ariosto

Le Grazie: una scrittura incompiuta

Le Grazie hanno una vicenda compositiva complessa, che si estende nell’arco di molti anni, senza giungere mai a una sistemazione definitiva. La ricostruzione delle varie fasi della scrittura evidenzia l’intento civile e politico del carme, ideato in un momento storico incerto e tumultuoso e continuamente rivisto in funzione delle sollecitazioni provenienti dalla situazione contemporanea.

Un primo accenno a quattro frammenti di un “antico inno alle Grazie” è contenuto nel commento alla traduzione della Chioma di Berenice del 1803; nel dicembre 1808, in una lettera a Monti (Ep. II, pp. 544-45) Foscolo parla per la prima volta di un inno dedicato alle Grazie all’interno di un ciclo di Inni italiani: diversi frammenti risultano composti nella tarda estate del 1812 e sistemati in un carme unitario nella primavera successiva, mentre l’autore si trovava a Firenze. Già nel giugno del 1813 il carme al quale l’autore aveva continuato ad aggiungere episodi soprattutto nei mesi trascorsi nella villa di Bellosguardo, aveva assunto una struttura tripartita; tornato a Milano, Foscolo continuò a lavorare al testo fino al momento della partenza per l’esilio, ripetendo a vari interlocutori di essere in procinto di dare i versi alle stampe.

Tutto il lavoro di riscritture, correzioni e ampliamento è conservato in diversi manoscritti, provenienti dall’Inghilterra e ora conservati alla Biblioteca Labronica di Livorno e all’Archivio di Stato di Milano; tra questi si distinguono la Seconda redazione dell’Inno, una copia pulita del carme unitario; il cosiddetto Quadernone dove si ha il carme tripartito; i versi del Rito inviati da Firenze a Milano nel giugno del 1813 per l’approvazione della censura.

L’unico frammento stampato per volontà dell’autore, relativo al velo delle Grazie e accompagnato da una Dissertation on an ancient Hymn to the Graces by Ugo Foscolo è contenuto nel volume Outline Engravings and Description of the Woburn Abbey Marbles (‘Profilo, stampe e descrizioni dei marmi di Woburn Abbay’, London 1822) dedicato alle sculture del duca di Bedfort, tra le quali si trovava anche il gruppo delle Grazie di Canova. Nel 1985 è stata approntata, nel primo volume dell’Edizione Nazionale, l’edizione critica del testo a cura di Mario Scotti.


La fede battesimale dell’Ariosto, da M. Catalano, Vita di Ludovico Ariosto ricostruita su nuovi documenti, vol. I, Genève, L. Olschki, 1930-1931, p. 39

A. Canova, Le tre Grazie, Acquerello, Museo Canova di Possagno

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