titolo Ludovico Ariosto

Il successo del romanzo

Nel giugno del 1827 Manzoni annunciava al Fauriel il compimento della stampa dei Promessi Sposi. Erano tre bei volumi, con copertina di grossa “carta a mano”, color giallo-avana, e “come si usa oggi” col titolo stampato sulla facciata anteriore. Il romanzo ebbe un successo immediato, tanto che alla metà di agosto erano esaurite le duemila copie della prima tiratura. La fama e l’attesa dell’opera andava ben oltre la capacità di distribuzione del libro, soprattutto fuori della Lombardia, come poté verificare lo stesso autore nel suo viaggio in Toscana. Fu un successo di pubblico, subito affascinato da quel “romanzo popolare”, e anche di critica, pur con le riserve che un’opera così nuova per l’Italia poteva suscitare negli ambienti letterari tradizionalisti. Tutto l’intenso lavoro di studio e di ricerca documentaria, sulla storia e sui luoghi che avrebbero fatto da soggetto al romanzo, aveva creato presso i letterati un’aspettativa e una curiosità vivissime, tanto che alcuni si attendevano un lavoro storiografico e non un romanzo d’amore. Per questo la discussione su fogli e riviste (fra le più importanti, la fiorentina “Antologia”) si incentrò soprattutto sul rapporto fra storia e invenzione. L’acceso dibattito vide la partecipazione di esponenti classicisti e romantici,  di letterati e di uomini politici (come il Mazzini), di intellettuali italiani e stranieri (come Goethe). Varie furono le traduzioni del romanzo all’estero, dove da parte di editori e traduttori si avviò da subito una gara di rapidità per assicurarsi la versione dell’opera. Già nel 1827 i Promessi Sposi ebbero una traduzione tedesca, a cui ne seguirono molte altre, con numerose ristampe. Nel 1828  furono tradotti in francese, in inglese e in danese. Nel 1832 apparve la traduzione svedese. Dal 1845 sarebbero inoltre cominciate le traduzioni americane (ma già prima Edgar Allan Poe aveva ammirato e recensito il testo manzoniano). Nel giro di pochi anni il romanzo era letto nelle principali lingue europee, in edizioni molto accurate tipograficamente, ma spesso non fedeli all’originale, difficile per lingua e finezza di stile.


La fede battesimale dell’Ariosto, da M. Catalano, Vita di Ludovico Ariosto ricostruita su nuovi documenti, vol. I, Genève, L. Olschki, 1930-1931, p. 39

Frontespizio dell’edizione Ferrario (1827), col visto d’approvazione della Censura, in L’officina dei Promessi Sposi, a cura di F. Mazzocca, Milano, Arnoldo Mondadori, 1985, p. 40.

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