Shakespeare (1564-1616) fu autore molto caro ai Romantici, europei ed italiani. August W. Schlegel lo indicava quale grande modello della drammaturgia moderna e nei manifesti romantici italiani il suo nome ricorreva accanto a quello di Omero. Manzoni nella Lettre allo Chauvet imposta su di lui tutto il suo discorso sul dramma storico, valorizzando nel poeta inglese soprattutto la capacità di rappresentare con grande verità i caratteri, le psicologie, le passioni degli uomini così come esse si offrono nella vita reale. Nella prima stesura parigina della Lettre Manzoni aveva criticato solo un aspetto della drammaturgia shakespeariana: la mescolanza del serio e del comico. Ma nella lettera al Fauriel del 12 settembre 1822 egli corresse quel giudizio, ammettendo la possibilità di quella mescolanza in un poeta geniale. Del resto proprio nel suo romanzo lo scrittore avrebbe sperimentato la rappresentazione di un mondo storico e sociale nel quale, a differenza della tragedia, il serio e il comico entravano in relazione fra di loro. Nei Promessi Sposi è presente più di un’allusione a Shakespeare. Ad esempio l’angoscioso interrogarsi dell’Innominato (sull’orlo del suicidio) riguardo al mondo dell’aldilà richiama gli analoghi dubbi di Amleto. Un esplicito richiamo al poeta inglese è presente verso la fine del cap. VII del romanzo quando, riferendosi ai momenti che precedono il “matrimonio a sorpresa” e alla maniera in cui li stanno vivendo i protagonisti dell’impresa, il narratore scrive: “Tra il primo pensiero d’una impresa terribile e l’esecuzione di essa (ha detto un barbaro non privo d’ingegno) l’intervallo è un sogno, pieno di fantasmi e di paure”. Manzoni qui cita una frase del dramma Giulio Cesare (atto II, scena I), ma ne indica l’autore, Shakespeare, con le parole usate da Voltaire, che considerava il poeta inglese rozzo, ancorché geniale. Il traduttore inglese del romanzo, Charles Swan non afferrò l’ironia manzoniana e pensò, incollerito, che lo scrittore italiano volesse offendere il grande Shakespeare. Manzoni dovette chiarirgli in una lettera il senso di quelle parole.