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Percorso testuale   Home Page > Percorso testuale > Scritti letterari > La Lettre allo Chauvet

La Lettre allo Chauvet

fotografia La Lettre à M. Chauvet sur l’unité de temps et de lieu dans la tragédie fu dal Manzoni scritta, in un primo abbozzo, mentre si trovava di nuovo a Parigi, e fu poi lasciata all’amico Fauriel, il quale, sulla base delle indicazioni fornitegli dal Manzoni nel carteggio intercorso successivamente tra di loro, la corresse e poi pubblicò nel 1823 insieme alla versione francese delle due tragedie dello scrittore. La Lettre nasceva come risposta a un articolo del critico francese Victor Chauvet, che pur apprezzando il Carmagnola, aveva criticato il mancato rispetto, nella tragedia, delle regole aristoteliche dell’unità di tempo e di luogo. Manzoni aveva già scritto intorno all’arbitrarietà di tali regole nella Prefazione alla sua tragedia, ma nella lettera allo Chauvet egli tornava sulla questione con più ampia vastità di argomentazioni. L’assurdità di quelle regole nel teatro moderno viene dimostrata con una ricca esemplificazione dalle opere della drammaturgia europea, da Corneille a Racine, a Schiller, a Goethe e ad altri celebri autori. Il modello positivo di riferimento è però Shakespeare, Il grande drammaturgo inglese, particolarmente amato dai Romantici, non chiude le vicende e i personaggi in limiti artificiosi, ma li rappresenta nel tempo e nello spazio necessari a rendere naturale e verosimile il loro carattere e comportamento. La Lettre è anche il saggio manzoniano dove più chiaramente è teorizzata la poetica del vero storico e la questione del rapporto fra storia e invenzione. Secondo Manzoni non sono soltanto le passioni amorose, come nel teatro tradizionale, a offrire il tema tragico alla rappresentazione, ma è la Storia che propone, a chi ne ricostruisca e indaghi i documenti, la materia per una grande poesia drammatica. Il moderno autore tragico, per Manzoni, unisce in sé le figure dello storico e del poeta: come storico egli accerta i fatti e ne ricostruisce lo svolgimento logico e temporale; come poeta egli ricrea, con una “invenzione” verosimile che rispetti fedelmente la realtà dei fatti, tutto quello che i documenti non dicono, e cioè la mente e l’anima degli uomini che hanno vissuto e sofferto il conflitto tragico in cui sono stati coinvolti dalle dure leggi della Storia.

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