AUSTRIA

Nel 1361 Petrarca venne chiamato dall'imperatore Carlo IV a pronunciarsi sull'autenticità di due diplomi che suo genero, il duca d'Austria Rodolfo IV d'Asburgo, gli aveva fatto avere. I diplomi, apparentemente emanati da Giulio Cesare e da Nerone, accordavano all'Austria privilegi sovrani che la rendevano di fatto indipendente dall'impero. La lettera con cui Petrarca rispose a Carlo (Seniles XVI 5) è un gioiello di acribia filologica che mostra bene a quale grado di raffinatezza egli avesse portato lo studio dell'antico. A parte la rozzezza stilistica, la falsità dei due documenti veniva rivelata da una serie di elementi contenutistici: l'uso della prima persona plurale anziché singolare da parte degli estensori; l'attribuzione a Cesare del nome di Augusto e del titolo di re; la menzione di un suo zio del quale non c'è traccia negli storici antichi; la qualifica di orientale data all'Austria, che rivelava un punto di vista non romano; l'incompletezza delle date, prive del nome dei consoli; l'accenno alla devozione religiosa di Nerone. Quasi un secolo dopo, nel 1453, i falsi diplomi vennero approvati dall'imperatore Federico III.

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