Clemente VIII
Nato a Fermo nel 1535, Ippolito Aldobrandini ottenne la porpora cardinalizia nel 1585 e, dopo un periodo di legazione in Polonia, venne eletto papa nel gennaio del 1592 (sarebbe morto nel marzo del 1605, alla soglia dei 70 anni). Il Tasso ne celebrò prima l’elezione con una impegnativa canzone (Questa fatica estrema al tardo ingegno, Rime, 1538) e poi, più avanti, con una serie di sonetti con i quali festeggiava l’anniversario nel 1595, e che sono tra gli ultimi versi da lui composti. Più importante tuttavia è che il Tasso si giovò della protezione dell’intera famiglia papale, ed in particolare di Cinzio Aldobrandini, cardinal nipote di Clemente VIII, come anche del nuovo clima culturale determinatosi dopo il 1592: alla corte pontificia, nei circoli riuniti da Cinzio e dal cugino Pietro recuperò i rapporti con letterati conosciuti in giovinezza quali Francesco Patrizi e con Aldo Manuzio il giovane. Stanco e ormai invecchiato, venne richiamato a Roma nel 1594 da uno dei suoi soggiorni napoletani, con insistenza, secondo il racconto del Manso, e con la promessa di una incoronazione poetica che doveva avvenire in Campidoglio, incoronazione cui il Tasso guardava ormai con un margine di disincanto, come riconoscimento tardivo, e che venne impedita dalla morte, nella primavera del 1595.

Taddeo Landini, detto il Bologna, Busto di Clemente VIII, Frascati, Villa Aldobrandini

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