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Percorso biografico > La fine nella Roma degli Aldobrandini > Cinzio Passeri Aldobrandini
Cinzio Passeri Aldobrandini
Cinzio Passeri, ebbe in dono dallo zio Ippolito Aldobrandini, papa Clemente VIII, non solo il cognome ma anche la porpora cardinalizia. Insieme al cugino Pietro Aldobrandini venne collocato ai vertici della gerarchia pontificia sin dalla primavera del 1592: in quegli stessi mesi richiamò il Tasso da Napoli, «né già a servire od a corteggiare (il che ben sapeva non essere a lui nell’animo) ma a poetare e a filosofar solamente» (così in G. B. Manso, Vita di Torquato Tasso, a cura di B. Basile, Roma, Salerno Editrice, 1993, 173). Appena tornato a Roma Tasso celebrò la famiglia pontificia con versi per Clemente VIII ma anche per Cinzio e Pietro Aldobrandini cercando di conservarsi equidistante nella profonda rivalità che si andava profilando tra i due cugini: simbolica al riguardo la scelta di dedicare a Cinzio la Conquistata e a Pietro i paralleli Discorsi del poema eroico che del nuovo poema erano l’appoggio teorico. Pur probabilmente consapevole che «la poca salute di Cinzio sarebbe stata a lungo andare vinta dal molto vigore di Pietro» (Manso, Vita di Torquato Tasso, 177), nei suoi ultimi anni romani Tasso rimase comunque più vicino al primo, il quale si mosse per organizzare l’incoronazione in Campidoglio del poeta e alla morte ne organizzò le esequie e la tumulazione nella chiesa Sant’Onofrio. In mano di Cinzio rimasero anche preziosi manoscritti tassiani, ed in particolare l’autografo del Mondo creato, smarriti già nei decenni subito successivi alla sua scomparsa, caduta nel 1610.
 
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