Biblioteca comunale Augusta - Perugia

Biblioteca comunale Augusta di Perugia
Biblioteca comunale Augusta di Perugia
Biblioteca comunale Augusta di Perugia
Biblioteca comunale Augusta di Perugia

La biblioteca nasce nel 1582 dalla donazione che l'umanista perugino Prospero Podiani (ca. 1535-1615) fa al Comune di Perugia della propria biblioteca privata, annoverante alla sua morte ca. 10.000 volumi. Podiani progetta e realizza una libraria publica a carattere universale di proprietà di un ente laico, da lui denominata Augusta, di cui egli sarà il bibliotecario stipendiato a vita e la allestisce entro il 1590 in alcuni ambienti adiacenti al Palazzo dei Priori appositamente strutturati e fatti decorare. L’Augusta è pertanto una delle biblioteche pubbliche di età moderna più antiche d’Europa: la sua regolare fruizione troverà piena attuazione solo dopo la morte del fondatore con l’allestimento nel 1623 della nuova sede a Palazzo Meniconi. Nel corso dei secoli il patrimonio bibliografico viene notevolmente accresciuto attraverso le indemaniazioni di preziosi fondi conventuali della città, nonché attraverso doni e acquisti di biblioteche private. Tra il 1888 e il 1893 la biblioteca è nuovamente traslocata e allogata in forma monumentale nella sala maggiore di Palazzo dei Priori, da allora denominata Sala Podiani. Per problemi di spazio e di staticità nel 1969 la biblioteca è ulteriormente trasferita a Palazzo Conestabile della Staffa, costruito nel 1628-1629, ove nel 1849 Maria Bonaparte Valentini, figlia di Luciano e nipote di Napoleone, aveva allestito un prestigioso salotto letterario e scientifico, centro del locale movimento risorgimentale. La biblioteca dal 1939 è depositaria degli esemplari d’obbligo delle opere stampate dalle case editrici della provincia. L’Augusta, il cui patrimonio attuale è di ca. 400.000 documenti, svolge insieme le funzioni di emeroteca, biblioteca di pubblica lettura, parauniversitaria, storica, di conservazione e di ricerca, quest’ultima concentrata prevalentemente nei 3.430 manoscritti e negli oltre 70.000 volumi antichi a stampa posseduti (di cui 1.330 incunaboli, 16.500 cinquecentine, 55.000 edizioni stampate dal 1600 al 1830).

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