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La città dei Gonzaga è nel primo Cinquecento una delle corti rinascimentali più brillanti da un punto di visita culturale, in rivalità con Ferrara. Alla città di Mantova è legato il primo dato sicuro intorno alla composizione dell’Orlando furioso: il primo febbraio 1507 Ludovico vi si reca in vista come ambasciatore del cardinale Ippolito ed è ricevuto dalla marchesa Isabella d’Este Gonzaga, sposa di Francesco Gonzaga, donna di grande cultura e finezza intellettuale. In una lettera del 3 febbraio fatta pervenire ad Ippolito, la marchesa si congratula della scelta di Ludovico come ambasciatore e dice di aver trascorso due giornate di grandissimo piacere "cum la naratione de l’opera che ‘l compone". Di certo è un’allusione al Furioso anche se non si può dedurre granché circa lo stato di avanzamento della scrittura del romanzo. A Mantova Ludovico va in missione tra il settembre e l’ottobre 1509, mentre di nuovo legata alla storia del Furioso è la presenza di Ludovico in città il 5 maggio 1516 con un buon numero di copie della prima edizione del romanzo da allocare in vario modo. Alloggia in casa dell’ingegnere Leonardo Bruschi, dona un esemplare del romanzo al marchese Francesco Gonzaga, un altro al cardinal Sigismondo Gonzaga e un terzo alla marchesa Isabella. Da subito l’impatto del Furioso nella corte dei Gonzaga appare straordinario. Ludovico rimane a Mantova il tempo necessario per smerciare ulteriori copie del suo Orlando. Nel gennaio 1529 la Cassaria viene rappresentata in Mantova alla presenza della marchesa Isabella d’Este. Dopo la pubblicazione del terzo Furioso, nel novembre 1532, Ludovico torna a Mantova al seguito di Alfonso I per onorare Carlo V, ospite dei Gonzaga, sceso in Italia per incontrarsi col papa Clemente VII. In questa occasione il poeta è già di salute malferma ed è da escludere la notizia di un pubblico incoronamento dell’Ariosto avvenuto in Mantova. Il figlio Virginio smentisce categoricamente questa diceria.
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