L’idea di “assuefazione” in Leopardi è importante sia nella riflessione sulla poesia, sia nella riflessione sulla vita sociale: ad esempio nel Discorso sugli Italiani la quarta parte si apre proprio evidenziando tale concetto:
Gli usi e i costumi in Italia si riducono generalmente a questo, che ciascuno segua l’uso e il costume proprio, ... E gli usi e costumi generali e pubblici, non sono, come ho detto, se non abitudini, e non sono seguiti che per liberissima volontà, determinata quasi unicamente dalla materiale assuefazione, dall’aver sempre fatta quella tal cosa, in quel tal modo, in quel tal tempo, dall’averla veduta fare ai maggiori, dall’essere stata sempre fatta, dal vederla fare agli altri ...
Nello Zibaldone il tema acquista particolare rilevanza:
L’assuefazione è una “seconda natura” [208, 1408, 2402] è causa dei nostri bisogni [831-2] “l’idea d’ogni proporzione, d’ogni convenienza, d’ogni bello, d’ogni buono determinato e specifico, e di tutti i loro contrari, deriva dalla semplice assuefazione” [1183-201, 1212-3, 1259-60, 1306-7, 1568, 1749-52, 3364-5] è dall’assuefazione che dipende il buon gusto nello scrivere [1419-20, 1579-80, 1594] è causa della memoria [1508, 1631, 1676, 1716, 2047-8] il genio “è figlio assoluto dell’assuefaz.”, come il talento [1647, 1661-3] è a fondamento della ragione e del progresso dello spirito umano, come prova la difficoltà di accettare opinioni nuove [1720-1, 1732] “L’insegnare non è quasi altro che assuefare” [1727] la sua forza cresce proporzionalmente al progresso della società [1767, 1922-5] è dall’assuefazione che derivano gli effetti delle opere letterarie, pittoriche e musicali di autori conosciuti [1832-3, 1871-8] “L’uomo si assuefa ad assuefarsi” [2028] “La maggior parte del talento umano, e delle facoltà intellettuali, è opera delle assuefazioni” [2571-2] “generalmente noi chiamiamo barbaro quel ch’è diverso dalle nostre assuefazioni” [3882-3].