titolo Giacomo LeopardiGiacomo Leopardi
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Società

Leopardi fu un grande osservatore della società contemporanea, alla quale dedicò importanti opere (quali il Discorso sugli Italiani e i Pensieri) e numerosissime notazioni dello Zibaldone:

In società l’uomo si guasta ed è infelice [56, 417, 2684-5] – la società è nemica della natura [112, 1096-8, 1596, 3882-4] – riempie la vita ma lascia scontenti, [248] – senza la società non servirebbe la religione [370-1] – discorso sui governi [545-79] – è contraria alla felicità, perché richiede unità e disuguaglianza [579-82] – nelle società primitive, “larghe”, dominavano l’amor patrio, la libertà, la virtù, il bene comune; in quelle moderne, “strette”, dominano l’egoismo, il dispotismo, l’inerzia [872-911, 3928-30] – non può esistere senza odio per gli stranieri [892] – più è stretta meno sopporta chi si loda [1932-4] – tende sempre a uniformare [2000-1] – chi vuol essere stimato in società oggi deve scontentare gli interlocutori [2271-5] – in società nulla è più vergognoso del vergognarsi [3061] – più le società sono civili, più si rischia il dispotismo: prova dell’inconciliabilità di società e felicità [3082-4] – la società respinge chi non si adatta alle sue regole, perciò vi hanno successo solo i “mediocri” e non le persone “idiote e rozze” né quelle “di carattere originale, straordinariamente vigoroso, costante, fermo” [3183-91] – i primi poeti e sapienti operarono in funzione della società [3431-2] – “In una città piccola ... non essendo determinato il tuono della società ... ciascun fa tuono a se ... Così a proporzione in una nazione, dove non v’abbia se non pochissima società, come in Italia” [3546-7] – “Vogliono che l’uomo per natura sia più sociale di tutti gli altri esseri viventi. Io dico che lo è men di tutti, perchè ... ha più amor proprio, e quindi ... più odio verso gli altri” [3773-3810] – si ottiene il successo in società solo quando non se ne ha più desiderio [4420-1] – “La cosa più inaspettata che accada a chi entra nella vita sociale ... è di trovare il mondo quale gli è stato descritto, e quale egli lo conosce già e lo crede in teoria” [4525-6].

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