Letteratura
La riflessione sulla letteratura, e in particolare sulla poesia, è in Leopardi naturalmente ricchissima; anche se va precisato come invece sia rara l’esposizione di osservazioni sulle proprie opere.
Tra i molti percorsi possibili, anche fuori dello Zibaldone, si vuole segnalare quello riguardante la “critica letteraria”. Per quanto riguarda gli amati autori greci e latini, si devono ricordare le traduzioni e i numerosi studi di natura filologica. Per quanto riguarda la letteratura italiana, l’operazione più interessante è costituita senz’altro dall’allestimento di due personalissime antologie (le Crestomazie), una della prosa una della poesia.
Nello Zibaldone i pensieri sul tema sono numerosi:
“Dal niente in letteratura si passa al mezzo e al vero, quindi al raffinamento” [1] diversamente dalle altre arti, non ha regole universali [154-6, 1754-5] rapporti con la lingua, con le scienze e con la filosofia [239-45, 1252-3, 1708-9, 2103-5, 3318-38] in una qualunque letteratura difficilmente si avranno “due scrittori eccellenti e sommi nello stesso genere” [801-4] nei tempi moderni non c’è letteratura, e se c’è è “di carattere antico, ed è quasi un innesto dell’antico sul moderno” [1174-5] “La letteratura antica per grande ch’ella sia, non basta alla lingua moderna” [2124-6] “Per lo più la letteratura di una nazione deriva da quella di un’altra” [2458-63] le opere migliori si ebbero quando non c’era una letteratura nazionale e la coscienza di scrivere un’opera letteraria [4257] quando la letteratura decade aumentano le lodi dei pretesi scrittori [4268-71] oggi sono più gli scrittori dei lettori, e “ciascuno scrive solo pe’ suoi conoscenti” [4301, 4354] nascita della poesia prima della prosa [4343-50] “Togliere dagli studi, togliere dal mondo civile la letteratura amena, è come togliere dall’anno la primavera, dalla vita la gioventù” [4469].

