COSTANTINOPOLI

Costantinopoli rappresentò per Petrarca una finestra aperta sulla cultura greca, alla quale poté affacciarsi grazie ai contatti stabiliti nella cosmopolita Avignone: qui, nel 1342, apprese i rudimenti della lingua greca dal monaco Barlaam, che era venuto l'anno prima dalla capitale bizantina e lasciò la sede papale pochi mesi dopo. In seguito, avendo conosciuto a Verona nel 1348 un ambasciatore dell'imperatore d'Oriente di passaggio per Avignone, Nicola Sygeros, ne approfittò per chiedergli un manoscritto di Omero, che gli arrivò alcuni anni dopo e suscitò in lui una reazione da autentico bibliofilo: "spesso lo abbraccio e dico sospirando: "O grand'uomo, quanto volentieri ti ascolterei!"(1) (Familiares XVIII 2). Con la stessa lettera Petrarca chiese anche testi di Esiodo ed Euripide, ma non sappiamo se il suo desiderio sia stato esaudito.

(1) "sepe illum amplexus ac suspirans dico: "O magne vir, quam cupide te audirem!"".

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