titolo Ludovico Ariosto

Le prime missioni diplomatiche e militari

Nell’aprile del 1501 Castiglione compie la prima piccola missione diplomatica, per conto del marchese di Mantova, presso i Pio da Carpi.

Nel marzo del 1503 giunge per la prima volta a Roma, quale componente di una missione inviata dai Gonzaga a papa Alessandro VI. Lo spettacolo della città e la scoperta del suo ineguagliabile fascino si imprimono a fondo nel suo animo; in una lettera alla madre Aloisia, datata 16 marzo 1503, esclama: Gran cosa è Roma! (B. Castiglione, Le lettere, a c. di G. La Rocca, I, Milano 1978, 17). L’epigrafica brevità è eloquente prova di una illuminazione intellettuale.

Tra l’estate e l’autunno del 1503, al seguito del marchese di Mantova, che è stato nominato luogotenente generale dell’esercito francese in Italia, partecipa alla spedizione militare finalizzata alla conquista del Regno di Napoli. Alla sua prima autentica esperienza di guerra, attraversa in armi, a cavallo, tutta l’Italia. Alla fine di ottobre combatte nella battaglia del Garigliano; e la circostanza gli fornisce lo spunto per la composizione del sonetto Cesare mio, qui sono ove il mar bagna, diretto al cugino Cesare Gonzaga.

L’impresa, di per sé malagevole e pericolosa, si risolve in uno sciagurato fallimento, a causa di vari fattori: non ultimi l’imperizia e la suscettibilità di Francesco Gonzaga, che, nell’imminenza dell’inverno, disgustato dall’indisciplina dei francesi e tormentato da una sua cronica malattia, abbandona il comando e rientra nel suo stato. Nel dicembre del 1503, sulla via del ritorno dalla campagna napoletana, Castiglione ottiene dal suo signore licenza di fermarsi a Roma. In occasione di questa sosta, o forse già in quella del precedente marzo, scrive una dei suoi esercizi lirici in volgare più celebri, il sonetto Superbi colli, e voi sacre ruine, dedicato alla celebrazione delle meraviglie della classicità.


La fede battesimale dell’Ariosto, da M. Catalano, Vita di Ludovico Ariosto ricostruita su nuovi documenti, vol. I, Genève, L. Olschki, 1930-1931, p. 39

Ritratto di Francesco II Gonzaga, Castello di Ambras, Innsbruck

indietro