A Praga, nell'estate 1356, Petrarca svolse per conto dei
Visconti una missione diplomatica presso l'imperatore
Carlo IV, cercando di convincerlo a intervenire in Italia per stornare la minaccia di una coalizione antiviscontea. L'ambasciata non ebbe esito positivo, tanto che qualche anno dopo lo stesso imperatore si unì ai nemici dei Visconti; tuttavia diede a Petrarca l'occasione di visitare un avamposto del nascente umanesimo, dal 1348 sede universitaria, e di incoraggiarne i futuri sviluppi. Egli riportò una buona impressione del clima culturale: "Confesso di non aver mai visto nulla di meno barbaro, nulla di più umano di Cesare e di alcuni di quei sommi uomini intorno a lui, [...] cortesi e affabili come se fossero nati nell'attica Atene" (1) (
Familiares XXI 1). Fra questi uomini, oltre all'arcivescovo Arnost z Pardubic destinatario della lettera, c'era
Jan ze Středa, con il quale Petrarca rinnovò i rapporti di amicizia; e la stima che egli mostrò per la corte fu ricambiata, dato che venne nominato conte palatino.
Carlo IV chiamò Petrarca a Praga ancora nel 1361 e 1362; ma, sebbene questi avesse alla fine accettato l'invito, non si crearono le condizioni per affrontare il viaggio.
(1)"Ego vero nichil barbarum minus, nichil humanum magis profiteor me vidisse quam Cesarem et aliquot circa eum summos viros, [...] mites et affabiles, etiam si Athenis athicis nati essent".