titolo Ludovico Ariosto

L’infinito

Composto probabilmente nella primavera-estate del 1819 a Recanati, L’infinito fu pubblicato come primo dei sei Idilli (tutti composti tra il ’19 e il ’21) nel “Nuovo Ricoglitore” di Milano (numeri del dicembre ’25 e gennaio ’26), e poi nell’edizione dei Versi (Bologna 1826).

La definizione leopardiana di “idilli” (distante dal peraltro certo “precedente” degli Idilli di Mosco, che Leopardi tradusse nel 1815) viene fornita in un più tardo Disegno letterario (1828): “Idilli esprimenti situazioni, affezioni, avventure storiche del mio animo”: dunque poesie di carattere intimo, contrapposte alle “militanti” Canzoni (e molto dice sull’immagine “pubblica” che nella prima parte della sua vita Leopardi volle dare di sé il fatto che gli Idilli restarono per anni inediti); e dalle Canzoni distanti anche per lo stile disteso, il lessico “semplice”, e la metrica (tutti i testi sono in endecasillabi sciolti).

Il testo gode di una fama enorme (ad esso appartengono alcuni tra i versi più famosi di Leopardi, come gli ultimi tre: “Così tra questa / immensità s’annega il pensieri mio: / e il naufragar m’è dolce in questo mare”), e ha fornito lo spunto per moltissime, anche discordanti, interpretazioni. Sul concetto di “infinito” Leopardi tornerà a riflettere anche nello Zibaldone, ad esempio in una pagina di poco successiva alla lirica (Zib., 171, 12-13 luglio ’20):

... alle volte l’anima desidererà ed effettivamente desidera una veduta ristretta e confinata in certi modi, come nelle situazioni romantiche. La cagione è la stessa, cioè il desiderio dell’infinito, perché allora in luogo della vista lavora l’immaginaz., e il fantastico sottentra al reale. L’anima s’immagina quello che non vede, che quell’albero, quella siepe, quella torre gli nasconde, e va errando in uno spazio immaginario, e si figura cose che non potrebbe se la sua vista si estendesse da per tutto, perché il reale escluderebbe l’immaginario.

Fra i “precedenti” del Canto, sono stati indicati le Notti di Young, la Vita di Alfieri e i Pensieri di Rousseau.


La fede battesimale dell’Ariosto, da M. Catalano, Vita di Ludovico Ariosto ricostruita su nuovi documenti, vol. I, Genève, L. Olschki, 1930-1931, p. 39

L’infinito, c. 1r: autografo conservato nella Biblioteca Nazionale «Vittorio Emanuele III» di Napoli. [www.internetculturale.it/Viaggi nel testo/Giacomo Leopardi]

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