A Parigi
Nel giugno del 1805, a vent’anni, Manzoni fece il suo primo viaggio a Parigi e, tranne un paio di rientri a Milano per la morte del padre e per il matrimonio con Enrichetta, vi sarebbe rimasto fino al 1810. Nel marzo di quello stesso anno era morto il conte Imbonati, uomo ammirato e stimato per le sue virtù, con il quale la madre Giulia Beccaria era convissuta per molti anni. A conforto della madre ritrovata e anche per difenderla dalle critiche che a Milano si muovevano alla sua relazione illegittima, Manzoni compose e le dedicò il carme all’Imbonati. Nella loro raffinata vita sociale Giulia e il suo compagno erano in particolare confidenza con un’altra coppia, anch’essa non “regolare”, quella di Claude Fauriel e Sophie de Condorcet, che risiedevano nei dintorni di Parigi, a Meulan, in una villa chiamata la maisonnette. Il Fauriel, già compagno di Madame de Staël, era filologo, letterato, storiografo; Sophie era la vedova del marchese di Condorcet, filosofo e matematico, morto suicida durante la Rivoluzione per sottrarsi alla ghigliottina. Nela maisonnette di Meulan, come nella vicina residenza di Auteuil, Giulia poteva incontrare quel gruppo di intellettuali (Fauriel, Destutt de Tracy, Cabanis, Garat, Degérando, Volney, Constant, Sismondi) che erano noti come gli Idéologues (l’“Ideologia” era l’oggetto di studio della loro filosofia, e il Tracy ne era il maggior teorico). Essi appartenevano alla generazione successiva a quella dei philosophes (da D’Alembert a Condillac) e ne sviluppavano e superavano il pensiero in un’epoca di enormi trasformazioni storiche rispetto a quella dei primi Illuministi. Gli Ideologi esercitavano anche un’opposizione culturale al regime napoleonico dalle pagine della loro “Décade philosophique”, che fu costretta a chiudere nel 1807. In questo ambiente di grande fervore intellettuale il giovane Manzoni fu accolto con la benevolenza e l’onore dovuti al nipote di Cesare Beccaria, e negli anni del soggiorno parigino egli amò far seguire a quello paterno il cognome del celebre nonno.

Arrivo della diligenza a Parigi, tratto da Immagini della vita e dei tempi di Alessandro Manzoni, raccolte e illustrate da Marino Parenti, Firenze, Sansoni, 1973, p. 56.

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