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percorso biografico   Home Page > Percorso biografico > 1785-1805 > Cesare Beccaria


Cesare Beccaria

fotografia Si potrebbe dire che la cultura dell’Illuminismo si trasmettesse al Manzoni per via genetica, visto che il nonno materno (padre di Giulia) era il celebre Cesare Beccaria (1738-1794), uno dei maggiori rappresentanti di quella Milano illuministica e progressista di secondo Settecento, che vide una feconda collaborazione fra i gruppi intellettuali formatisi sulle idee dei philosophes francesi e il governo riformista degli Asburgo (prima di Maria Teresa e poi di Giuseppe II). Insieme ai fratelli Pietro ed Alessandro Verri promosse la Società dei Pugni, che intendeva spingere gli intellettuali fuori dai limiti ristretti di un impegno solo letterario (come quello praticato dall’Accademia dei Trasformati) verso una fattiva partecipazione al rinnovamento politico e sociale. Espressione di questo intento fu la fondazione della rivista Il Caffè, che trasferiva in Italia l’esperienza del nuovo giornalismo europeo (come quella dell’inglese Spectator di Addison e Steele). Sulle sue pagine si parlava in modo chiaro di commercio, di riforma monetaria, di economia politica, di legislatura penale, di scienze, di costume, di fratellanza universale e di altre materie utili alla costruzione di uno stato moderno. Il nome di Beccaria resta legato soprattutto al breve trattato giuridico Dei delitti e delle pene. Il Manzoni lo ricorda nel terzo capitolo della Storia della Colonna infame, definendolo “quel libriccino […] che promosse, non solo l’abolizion della tortura, ma la riforma di tutta la legislazion criminale”. Nel trattato si enunciavano principi rivoluzionari, come l’abolizione della pena di morte (inefficace deterrente contro il crimine), la certezza e la proporzionalità delle pene, la necessità della prevenzione sociale dei delitti, l’atrocità della tortura. Il “libriccino” ebbe subito un grande successo in tutta Europa e fu lodato e tradotto dai filosofi dell’Enciclopedia. Esso, insieme alle Osservazioni sulla tortura di Pietro Verri, influenzò profondamente la riflessione etico-giuridica del Manzoni.     

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