EPYSTOLE

Le Epystole (impropriamente conosciute con il titolo di Metrice) sono una raccolta di 66 lettere in esametri divise in tre libri. Analogamente alle Familiares, anche esse non comprendono tutta la produzione epistolare petrarchesca in versi: ne rimasero escluse alcune lettere non corrispondenti ai criteri adottati, perché scritte in distici elegiaci o in esametri rimati. Petrarca volle attenersi rigorosamente al modello delle Epistulae di Orazio, che sono il modello formale dell'opera.
Alla formazione delle Epystole concorsero pezzi composti in un lungo periodo: la più antica di esse è quella dedicata alla memoria della madre, morta prima del 1320 (I 7), la più recente si congratula con Zanobi da Strada per la sua laurea poetica del 1355 (III 8). Anche le loro caratteristiche sono piuttosto diversificate: ci sono brevi biglietti, comunicazioni personali, ma anche le impegnate orazioni rivolte ai papi Benedetto XII e Clemente VI (I 2 e 5; II 5), l'autoanalisi interiore (I 14, a sé stesso), la poesia patriottica (III 24, all'Italia).
Petrarca concepì le Epystole insieme alle Familiares come sistemazione organica della propria sparsa corrispondenza, quindi tra la fine degli anni Quaranta e l'inizio dei Cinquanta. La lettera proemiale, contenente la dedica a Barbato da Sulmona, venne stesa a Mantova nel 1350 ma raggiunse il destinatario solo sette anni dopo; la raccolta completa gli fu invece spedita nel 1364 e non è sicuro che abbia fatto in tempo ad arrivargli prima della morte. In seguito, comunque, Petrarca operò ulteriori interventi sul testo.

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