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Ludovico da Bagno, o di Bagno, è un gentiluomo di origini mantovane, legato da grande amicizia all’Ariosto tanto da tenere a battesimo il secondogenito del poeta, Virginio. Appartiene ad una nobile famiglia mantovana imparentatasi con gli Ariosti nel 1516 e nel 1517 per il matrimonio congiunto tra i fratelli Antonio e Ruggero di Ricciardo Guidi da Bagno con Lucrezia e Costanza, figlie di Rinaldo, cugino di Ludovico Ariosto. Entra alla corte del cardinale Ippolito per intercessione di Isabella d’Este e del poeta Antonio Tebaldeo, allora molto ascoltato presso gli Estensi. Il Bagno fa una rapida carriera: nel 1506 è segretario del cardinale estense ed arciprete di Melara. Nell’agosto del 1510 si reca a Roma come ambasciatore presso Giulio II, pochi giorni prima del poeta, ma viene trattato bruscamente dal pontefice a causa delle forti tensioni col cardinale Ippolito e con la famiglia estense in genere. Ludovico da Bagno ottiene il beneficio ecclesiastico di San Gemignano e di Martino in Montericco e quello di San Gervasio e Protasio di Camolo nella diocesi di Reggio. Nel 1512 è nominato rettore della chiesa di San Michele in Ferrara, dignità che conserva fino al 1539. E’ il dedicatario, insieme ad Alessandro Ariosto, della Satira I. Mentre il poeta si rifiuta di seguire il cardinale Ippolito in Ungheria, Ludovico da Bagno e il fratello minore dell’Ariosto, Alessandro, decidono di accompagnare il cardinale nella sede vescovile di Agria. Il Bagno prima di partire detta il suo testamento, come anche il letterato Celio Calcagnini e molti altri cortigiani atterriti dal viaggio. Il pericolo della vita e il rischio di adattarsi con difficoltà a condizioni climatiche diverse, a forme di alimentazione non abituali, sono tra gli elementi descritti nella Satira I che impediscono al poeta di accompagnare con Ludovico da Bagno il cardinale ad Agria. In Satire I, 2 Ludovico è chiamato ‘compar mio Bagno’.
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