Nel marzo del 1806 Foscolo fa ritorno in Italia dalla Francia con un congedo di quattro mesi, e si reca a Venezia dove, dopo quasi dieci anni, rivede la madre e la sorella. Tramite Isabella Teotochi Albrizzi conosce, a Verona, Ippolito Pindemonte, del quale loda la traduzione dell’Odissea. Risale a questo periodo e alla frequentazione di Pindemonte, che aveva progettato un poema cimiteriale, l’idea del carme Dei sepolcri, composto probabilmente già nel settembre. Tra il 1806 e il 1807 Foscolo si muove tra il Veneto e la Lombardia; a Brescia, presso l’editore Bettoni, stampa l’Esperimento di traduzione dell’Iliade, in collaborazione con Vincenzo Monti; fitta è in questo periodo la corrispondenza con la contessa di Brescia Marzia Martinengo Cesarasco, con la quale lo scrittore intrattiene una lunga relazione. Nel frattempo Foscolo era sempre alle dipendenze del Ministero della guerra, ma aveva ottenuto di essere dispensato dal servizio regolare e di rimanere a Milano a svolgere incarichi di traduttore, memorialista e storiografo; nel 1806 conclude la traduzione de la Relation de la bataille de Marengo del generale Berthier; l’anno dopo comincia a curare l’edizione degli Scritti di Raimondo Montecuccoli, un condottiero vissuto nel Seicento, ripubblicati su istanza del Ministero della guerra con l’intento di valorizzare una tradizione militare italiana. Foscolo si era impegnato nell’impresa convinto di ricavarne un utile cospicuo, ma in realtà ottenne solo un finanziamento governativo e l’opera si rivelò un fallimento dal punto di vista economico. Intanto, nel 1806, alla Repubblica era subentrato l’Impero; in questa non facile congiuntura Foscolo, che manteneva un rapporto di cauto equilibrio con il potere, ottenne, nel marzo del 1808, la nomina a professore di eloquenza all’università di Pavia.