La prosa dell’Ortis è costituita da una trama fittissima di riferimenti letterari, attinti ai classici e agli autori della tradizione italiana ed europea, dalla Bibbia a Dante e Petrarca, fino a Monti, a Cesarotti traduttore di Ossian, ai cimiteriali inglesi, ad Alfieri. Foscolo combinava con estrema spregiudicatezza materiali di diversa provenienza e utilizzava anche brani di proprie lettere (ad esempio quelle ad Antonietta Fagnani Arese e a Isabella Roncioni) o versi trascritti in forma prosaica; la struttura del libro è quindi molto composita e presenta una grande pluralità di registri e di toni. Prevalgono modalità idillico-arcadiche soprattutto nelle lettere in cui Jacopo descrive gli incontri con Teresa, che spesso avvengono sullo sfondo di una natura elegiaca, intrisa di reminiscenze letterarie e soprattutto petrarchesche; ma è presente anche un registro argomentativo con modalità dilemmatiche di impronta machiavellica, ad esempio nel discorso di Parini, trascritto nella lettera del 4 dicembre; ci sono poi pagine dominate da una tensione speculativa filosofica o dal registro enfatico-patriottico, o da modalità più descrittive o elegiache che caratterizzano momenti di pausa dell’azione. In mancanza di una tradizione italiana di prosa romanzesca, Foscolo attingeva soprattutto alla tradizione lirica; da qui l’effetto di discorso sempre spezzettato, ricco di frasi esclamative e interrogative, di pause espressive e risonanze drammatiche, tormentate. Il lessico è ricercato, aulico, di impronta fortemente letteraria.