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Percorso testuale   Home Page > Percorso testuale > Saggistica, critica militante e letteraria dell’esilio > Studi su Dante

Studi su Dante

fotografia L’interesse per Dante è un dato costante della biografia foscoliana che si intensifica negli anni dell’esilio quando lo scrittore dedica al sommo poeta (preferito su tutti assieme a Omero) diversi scritti critici. Il primo contributo risale al 1818 e consiste in due articoli, nati come recensioni, pubblicati tra il febbraio e il settembre sulla “Edinburgh Review”. Emergono alcuni motivi consueti dell’attività critica di Foscolo, che viene concepita come un’occasione usata dall’autore per ripercorrere la sua stessa carriera culturale. Foscolo esprimeva l’esigenza di considerare, anche attraverso un’opportuna documentazione, il contesto storico dell’epoca in cui Dante visse. Egli trasferiva nel discorso critico la sua personale concezione del ruolo del letterato, interprete, con la sua forte individualità e specificità, della storia del suo tempo. Emerge inoltre, negli scritti danteschi, un forte senso della tradizione, cui si lega la consapevolezza della natura immortale dell’opera di Dante.

Gli stessi principi si ritrovano anche in un altro importante contributo, il Discorso sul testo della Divina Commedia, che Foscolo scrisse come premessa per una progettata edizione commentata del poema dantesco che avrebbe dovuto pubblicare l’editore Pickering e che non verrà poi mai completata. Foscolo pubblicò solo il Discorso nel 1825 e scrisse il commento e l’apparato filologico del primo canto che furono stampati postumi da Mazzini nel 1842 (La ‘Commedia’ di Dante Alighieri illustrata da Ugo Foscolo, Londra, Pietro Rolandi, 1842). Il Discorso contiene un lungo excursus storico-filologico, con riferimenti a commenti e edizioni dantesche, ma anche una polemica contro i critici che limitano il loro interesse esclusivamente a questioni grammaticali o erudite. La grandezza della poesia di Dante deriva dal fatto che il poeta aveva saputo interpretare l’istanza di rinnovamento e di riforma religiosa presente nella società del suo tempo attraverso una poesia “primitiva” e quindi autentica e spontanea. Foscolo svolgeva poi illuminanti riflessioni su alcuni episodi e personaggi della Commedia, coniugando la sensibilità e l’esperienza del poeta all’attività del critico. 

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