titolo Ludovico Ariosto

All’amica risanata

L’idea dell’ode nacque probabilmente nei primi mesi del 1802, dopo una malattia di Antonietta Fagnani Arese, ma il componimento fu completato nei mesi successivi e pubblicato nell’edizione di Poesie che uscì a Milano presso l’editore De Stefanis nell’aprile del 1803. Il poeta trae spunto dalla guarigione della donna amata che ha ritrovato la sua bellezza, ma introduce tematiche esistenziali e filosofiche che risentono delle esperienze di studio e di lavoro compiute in questi mesi: la traduzione e lo studio di Lucrezio e il commento e la traduzione della Chioma di Berenice. Al motivo della celebrazione della bellezza, intesa come entità fisica e spirituale che trova il suo compimento nella poesia capace di eternarne il valore, si legano altri motivi di riflessione presenti anche nei coevi sonetti: il tema, di natura lucreziana, della materialità e dell’assurdità dell’esistenza dell’uomo; la meditazione, anche questa di derivazione lucreziana, sulla caducità di ogni cosa che si dissolve nel nulla “dell’eterna pace”.

L’ode è composta da 16 strofe di cinque settenari e un endecasillabo finale; le prime nove strofe sono dedicate alla descrizione della bellezza della Fagnani Arese che rifiorisce dopo la malattia; le successive cinque strofe contengono la celebrazione di bellezza e poesia, intese come valori assoluti in grado di mitigare i turbamenti dell’esistenza umana e sublimate nella loro estrema fragilità. Nelle ultime due strofe il poeta, sottolineando il motivo della sua nascita greca, si candida a interprete di una poesia che, sull'esempio di quella degli antichi, riesca a creare una memoria eterna, in modo da contrastare la ineluttabile caducità di ogni cosa terrena e il suo annullamento nel “nulla eterno”.

L'espressione è tesa alla ricerca di effetti ricercati, inconsueti, eleganti; la lingua è caratterizzata da una particolare musicalità dovuta a ripetizioni, assonanze, allitterazioni, enjambements che creano un insieme armonioso ma sempre sostenuto e solenne, anche grazie alla presenza di parole erudite e rare.


La fede battesimale dell’Ariosto, da M. Catalano, Vita di Ludovico Ariosto ricostruita su nuovi documenti, vol. I, Genève, L. Olschki, 1930-1931, p. 39

A. Canova, Ebe, Berlino, Nationalgalerie

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