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Bellezza
Il tema della bellezza consolatrice prende forma attorno al 1798-1800, gli stessi anni in cui Foscolo mostra un forte interesse per Lucrezio, e si configura come una reazione alle disillusioni legate alla fine della militanza politica attiva e alla consapevolezza dell’impossibilità di svolgere un ruolo attivo nella società e nella politica contemporanee.
Alcune pagine dell’Ortis espongono in modo molto esplicito l’ideale della bellezza che assieme alla natura e all’arte si configura come un valore intenso sebbene illusorio, che ha la funzione di consolare l’uomo all’interno di una concezione meccanicistica e materialistica dell’esistenza: “Ci fabbrichiamo la realtà a nostro modo; i nostri desiderj si vanno moltiplicando con le nostre idee; sudiamo per quello che vestito diversamente ci annoja; e le nostre passioni non sono in fine del conto che gli effetti delle nostre illusioni” (lettera del 25 maggio). La tragicità dell’esistenza umana, priva di prospettive escatologiche, può quindi essere riscattata, solo su un piano illusorio, attraverso le passioni, tra le quali la bellezza ha un ruolo fondamentale.
Nelle Grazie al motivo della bellezza consolatrice si unisce quello della bellezza cui è affidato un compito di civilizzazione e di trasmissione dei valori. L’ambizione di Foscolo nel poema incompiuto è quella di riuscire a fondere le premesse filosofiche che rinviano a una concezione meccanicistica della vita umana con il mito di una palingenesi dovuta all’arte e alla bellezza; la forza innegabile della bellezza si confronta tuttavia con la persistenza di passioni negative e di istanze irrazionali che minacciano il precario equilibrio creato, nei frammenti di poesia, attraverso il mito e la grazia delle creature divine.
 
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