PHILIPPE DE CABASSOLES

Quando Petrarca andò a vivere a Valchiusa fece la conoscenza con Philippe de Cabassoles, vescovo di Cavaillon dal 1334, che divenne uno dei suoi amici più fidati. Dal 1343 al 1346 esercitò la funzione di vice cancelliere del regno di Napoli, dove Petrarca lo ritrovò durante la sua missione del 1343. Un breve soggiorno in comune a Valchiusa nel corso del 1346 ispirò a Petrarca la composizione del De vita solitaria, che pensò di dedicare proprio a Philippe; ma dopo l'ultimo periodo provenzale (1351-53) i contatti diretti fra i due cessarono per lasciare posto a un'intensa corrispondenza epistolare (in totale ventiquattro lettere in prosa e l'epistola in versi Exul ab Ytalia, che nel 1346 tesseva le lodi di Valchiusa). Solo nel 1372, quando Philippe (nel frattempo divenuto cardinale) venne inviato a Perugia in qualità di legato, sembrò che i due antichi amici potessero finalmente rivedersi; ma, nonostante i reiterati tentativi di montare a cavallo compiuti da Petrarca, ormai la sua salute non gli permetteva di lasciare le sue dimore di Padova e Arquà. La notizia della morte di Philippe, occorsa nell'agosto dello stesso anno, diede occasione alla scrittura dell'ultima delle note obituarie del Virgilio Ambrosiano, suggellata dalle parole "Ahimè, ormai sono quasi solo" (1) .

(1) "Heu, prope iam solus sum".

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