titolo Ludovico Ariosto

Vittorio Alfieri

Vittorio Alfieri ha un ruolo determinante nella formazione letteraria e civile di Foscolo; il suo nome compare fin dal Piano di studi del 1796 e Foscolo, inviandogli il Tieste con una dedica rivolta “Al Tragico d’Italia”, gli riconosceva dei “diritti su tutti coloro che scrivono agli Italiani” (Venezia 22 aprile 1797, Ep. I, pp. 42-3). Nell’ammirazione per lo scrittore il motivo civile e patriottico è fondamentale e Carlo Dionisotti, autore di uno studio sulla giovinezza di Foscolo, Venezia e il noviziato poetico del Foscolo (“Lettere italiane” 1966), ha ipotizzato che il modello alfieriano abbia costituito per Foscolo una polemica risposta alla prevalenza del modello francese teorizzata dalla scuola padovana di Melchiorre Cesarotti.

L’influenza di Alfieri in Foscolo non si limita al genere teatrale, ma riguarda anche la lirica e la prosa: nelle Poesie l’influsso di Alfieri è evidente nella presenza di una certa sentenziosità, di un registro severo, di scelte formali ricercate come la predilezione per il sonetto (si vedano i due sonetti autoritratto, Solcata ho fronte, occhi incavati intenti di Foscolo che riprende Sublime specchio di veraci detti di Alfieri); e anche la prosa dell’Ortis risente dell’influenza alfieriana nel procedere spezzettato e frammentario, nella tensione a un’espressione sublime, nel linguaggio ricco di esclamazioni e interrogative retoriche.

La posizione solitaria e sdegnosa di Alfieri viene considerata da Foscolo l’esito coerente del suo modo di interpretare la condizione del letterato: un essere puro e incontaminato che rifiuta ogni compromesso. Superate le perplessità sorte nel corso della militanza giacobina per le posizioni antirivoluzionarie assunte da Alfieri dopo la Rivoluzione, nei Discorsi su Lucrezio Foscolo lo considera, assieme a Parini, l’unico contemporaneo ad aver compreso la funzione civile e politica della letteratura; e nei Sepolcri, esaltando la coerenza e la statura etica dello scrittore, rappresentato mentre a Santa Croce a Firenze cerca ispirazione dai sepolcri dei grandi, lo consacra come modello di scrittore patriottico.


La fede battesimale dell’Ariosto, da M. Catalano, Vita di Ludovico Ariosto ricostruita su nuovi documenti, vol. I, Genève, L. Olschki, 1930-1931, p. 39

F. X. Fabre, Ritratto di Vittorio Alfieri, 1793, Firenze, Galleria degli Uffizi

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