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Tieste

La tragedia in cinque atti Tieste, scritta fin dal 1795, fu rappresentata per la prima volta il 4 gennaio 1797 al teatro Sant’Angelo di Venezia e riproposta per nove volte consecutive grazie al grande successo riscosso; fu poi stampata nell’aprile dello stesso anno nel tomo X del Teatro moderno applaudito. Fonti della tragedia sono il Thiestes di Seneca al quale si erano ispirati in tempi più recenti Crébillon e Voltaire, ma è indubbio soprattutto il debito del giovane tragediografo nei confronti del modello alfieriano sia per il contenuto politico della tragedia e per alcuni spunti tematici, sia per le soluzioni strutturali e stilistiche. Il numero dei personaggi è ridotto, secondo una precisa indicazione di stringatezza teorizzata da Alfieri, a quattro; l’azione segue un filo unitario e si svolge rapidissima, la lingua è essenziale, anche se non mancano risonanze più sentimentali, frutto della lezione di Melchiorre Cesarotti, traduttore di Ossian e di Metastasio, che godeva ancora di un grandissimo successo di pubblico. Argomento della tragedia è il contrasto mortale tra il tiranno Atreo, re di Argo, e il fratello Tieste, amante di Erope che gli aveva dato un figlio e aveva poi sposato Atreo. Tieste torna ad Argo dall’esilio per vendicarsi del fratello, ma viene scoperto e imprigionato: Atreo, fingendo di ascoltare le richieste della madre Ippodamia che invita alla concordia i fratelli, propone un brindisi di pacificazione a Tieste e gli offre da bere il sangue del figlioletto. Accortosi dell’inganno, Tieste si uccide gettandosi sulla sua spada.

La tragedia fu rappresentata in un momento cruciale per i destini di Venezia, quando già Bonaparte aveva conquistato parte dell’alta Italia; la matrice politica è evidente soprattutto nella condanna della figura di Atreo, tiranno alfieriano, dominato dall’angoscia e dalla solitudine generati dal potere; ma si può riscontrare anche una più sottile allusione all’attualità politica, nel confronto tra Tieste, che promuove un tentativo di riforma moderatamente democratica, e la gestione assoluta del potere impersonata da Atreo.

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