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Il Piano di studi del 1796

fotografia Il Piano di studi fu scritto da Foscolo diciottenne, nel 1796, e pubblicato solo postumo nel 1842, quando fu ritrovato da Luigi Carrer tra le carte del poeta. Si tratta di un documento utilissimo che registra le tappe dell’eclettica formazione di Foscolo e fornisce indicazioni sui primi scritti dell’autore e sulle opere che egli progettava di realizzare.

Nella prima parte Foscolo indica gli autori e i testi che dovevano costituire la base della sua formazione culturale, secondo una scansione tematica e per genere letterario. Nelle sezioni di Morale, Politica, Metafisica, Teologia e Storia, vengono inseriti testi sacri (Vangelo e Bibbia), classici (Tucidide, Senofonte, Cicerone, Sallustio, Livio, Plutarco), scrittori del XVIII secolo (Montesquieu, Rousseau). La sezione di Poesia, di gran lunga la più ampia, è divisa per generi (epici, lirici, drammatici, pastorali, tragici ecc.) e all’interno di ogni sottosezione gli scrittori sono elencati in ordine cronologico: a fianco dei classici (Omero, Virgilio, Saffo, Anacreonte e altri) e degli autori della tradizione italiana (Dante, Petrarca, Sannazaro, Ariosto, Tasso, Metastasio, Rolli ecc.), figurano scrittori contemporanei, italiani ed europei, indice di un gusto foscoliano autonomo e originale, capace di assimilare le proposte più innovative della cultura tardo-settecentesca: Ossian, Gray, Parini, Alfieri, Klopstock, Young. Chiudono la parte dedicata alle letture le due sezioni di Critica e Arti che comprendono i nomi di Longino, Marmontel, Mengs e Winkelmann.

Nella seconda parte Foscolo elenca gli scritti che intende realizzare in un prossimo futuro: prose e versi originali e tradotti, prose varie, poemi e tragedie. L’elenco è amplissimo: vengono citate opere scritte e poi rifiutate dall’autore, testi ideati ma non realizzati, opere rinviate a un prossimo futuro. Tra i progetti di traduzione, equiparati ai testi originali, figura “Il contratto sociale di Gioan-Giacopo”. Le scelte così disparate, che spaziano tra lavori eruditi, romanzi epistolari, versi di gusto arcadico e pastorale e componimenti sepolcrali (e l’elenco potrebbe continuare) indicano la grande disponibilità del giovane Foscolo a percorrere generi e stili diversi, in linea con i cambiamenti di gusto di fine secolo.

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