L'Autore
Torquato Tasso, poeta tra i maggiori della nostra tradizione, attraversa la stagione finale del Rinascimento italiano ed europeo con eccezionale lucidità teorica e pari profondità di esiti poetici. Cresciuto nel mondo delle corti di medio Cinquecento, tra Urbino, l'ateneo di Padova e la Ferrara degli Este, assorbita a memoria la tradizione petrarchesca e il precedente del Furioso ariostesco, il Tasso trasfuse nel progetto di un poema epico, nella ventennale composizione della Gerusalemme liberata, tanto la complessa trama di dibattiti di poetica che aveva increspato la stagione centrale del secolo, quanto la tradizione dell'epica classica, innestandola su un nodo di grande significato religioso quale quello della Crociata. Capolavoro che nasce all'incrocio di questi vettori, la Liberata è testo ricchissimo di vita, nell'opposizione tra il fascino delle passioni terrene (l'amore o l'anelito alla gloria che animano i personaggi dei due schieramenti, rendendoli indelebili nella memoria dei lettori) e l'ideale portante, sorretto dalla fede ispirata di Goffredo, di una riconquista della città santa che è anche conquista di una salvezza interiore.
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Percorso biografico
La biografia del Tasso compone tratti esemplari della società e della cultura rinascimentali con elementi eccezionali che rendono il percorso dell'autore della Liberata, da un certo punto in avanti, quasi l'emergenza simbolica di un'età di transizione. Se infatti i primi anni, già segnati da una fortissima vocazione letteraria, vedono il Tassino crescere all'ombra del padre Bernardo, ambientarsi rapidamente e con successo nel mondo delle corti settentrionali, dalla metà degli anni ’70 le frizioni crescenti con la corte estense, proprio mentre si arenava la composizione della Liberata, e poi la lunga e dolorosa prigionia di Sant'Anna, durate sotto il segno della malinconia, sono stati sovente interpretati quale opposizione di un autore inquieto e tormentato ad un contesto progressivamente infittitosi di sospetti e condizionamenti. Nell'ultima stagione la piega intima e sofferente del Tasso troveranno posto nelle corti private napoletane e soprattutto nella sontuosa Roma pontificia di Sisto V e Clemente VIII.
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Percorso testuale
Se la Gerusalemme Liberata rappresenta l'opera cruciale del percorso tassiano e dell'intera stagione di secondo Cinquecento, attorno a quel nucleo si dispongono una fitta serie di opere, alcune funzionali al poema, di riflessione preventiva o di difesa a posteriori, altre invece maturate in territori contigui o anche distanti, tutte segnate da una precisa marca di stile e poesia. Mentre l'Aminta, nella sua perfetta misura, rappresenta il "portento" della stagione di maggiore armonia, il ricchissimo corpus di rime costituisce il canzoniere più importante del secolo; l'insistita produzione di dialoghi e i poema del Tasso maturo portano i segni di una cultura addensatasi negli anni, funzionale alla nuova immagine di poeta dotto che, a partire dagli anni della reclusione di Sant'Anna, il Tasso prese a ritagliarsi addosso.
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Percorso tematico
Per la vastità della produzione, distribuita sull'ultimo trentennio del Cinquecento, e per la varietà delle questioni affrontate, l'opera del Tasso restituisce un panorama pressoché completo dei motivi essenziali della cultura italiana di tardo Rinascimento. Nella pratica di tutti i generi letterari, dalla tragedia ai dialoghi filosofici, dal poema sacro alle rime, fino al vertice offerto dal grande respiro dell'epos nella Liberata, il Tasso raccoglie e filtra le questioni nevralgiche del suo tempo (dalla crisi politica alla riforma religiosa, ad una più generale ed epocale incertezza epistemologica), inserendole entro una complessa visione degli uomini e della loro condizione, fattasi nel corso degli anni progressivamente più sofferta e amara.
   
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