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Orlando furioso: l’ottava rima
L’ottava rima è il metro narrativo per definizione, introdotto da Boccaccio nel Filostrato e nel Teseida (ma di sicuro risalente a prima del Boccaccio), ampiamente usato nei cantari come dimostra il precoce Cantare di Florio e Bianciofiore. Nella storia dell’ottava è importante il ruolo del quattrocentesco Poliziano che, nelle Stanze per la giostra di Giuliano de’Medici, conferisce a questo metro un’impronta lirica inconfondibile, destinata più alla contemplazione e alla descrizione che non alla narrazione. Ariosto compie una mediazione di assoluto prestigio tra il modello dell’ottava lirica del Poliziano e quello dell’ottava narrativa tradizionale, di uso canterino, ereditata dal Boiardo e assai popolare, dando vita alla cosiddetta ottava d’oro. All’interno dell’ottava chiusa, di stampo polizianeo, Ludovico inserisce ritmi narrativi serrati e compatti che mantengono la narrazione entro un quadro di regolarità metrica. Secondo Contini ‘si tratta per lui di vincere questa scommessa: mantenere la conquista lirica del Poliziano e non rinunciare al carattere narrativo’. Ariosto conferisce alla sua ottava una nuova duttilità, emancipandola dallo schematismo formulare della letteratura canterina ma anche dalla chiusa autosufficienza dell’ottava polizianea. L’impianto dell’ottava prevede in genere sei endecasillabi in rima alternata, che descrivono in modo unicellulare la realtà multiforme, e due versi finali in rima baciata che sembrano condurre la narrazione pluricentrica verso una sorta di convergenza finale. L’esito è garantito dalla petrarchizzazione dell’ottava rima, con un’operazione che parallelamente viene condotta da Ariosto e da Pietro Bembo nelle sue Stanze. L’ottava del Furioso è caratterizzata da precise regole euritmiche e da procedimenti stilistici e retorici come la simmetria, l’antitesi, il parallelismo, la dittologia. Il ritmo melodioso è anche dato dall’uso ridotto degli enjambements che spezzano di rado l’unità metrico-sintattica del verso conferendo leggerezza ed elasticità alla narrazione.
 
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