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Percorso tematico > I modelli moderni > Boiardo
Boiardo
E’ l’autore moderno con il quale Ariosto è in maggiore rapporto di contiguità sia per ragioni territoriali (la corte estense di Ferrara) sia per motivi legati all’invenzione del Furioso, concepito come gionta ovvero continuazione dell’Innamorato. Forse i due si incontrarono a Ferrara in occasione delle manifestazioni promosse da Ercole I nel 1491 anche se i documenti di archivio non attestano le relazioni personali tra il giovanissimo Ludovico e il maturo Matteo Maria, che morirà nel 1494. Relazioni personali invece vi furono certamente tra il Boiardo e il padre di Ludovico, Niccolò. Ludovico riprende la materia lasciata interrotta dal Boiardo gareggiando con la novità del racconto boiardesco visto che Orlando non solo viene presentato come ‘innamorato’ (fatto di per sé inaudito per il profilo ‘saggio’ di questo paladino) ma ‘impazzito’ per amore. La materia ripresa da Boiardo viene sintetizzata nelle stanze V-IX del primo canto del Furioso. Dalla stanza X Ariosto inizia la nuova invenzione, con la fuga di Angelica dal campo cristiano. In comune con l’Innamorato il romanzo di Ariosto ha la destinazione cortigiana e il ruolo encomiastico, che si traduce nell’esaltazione del cardinale Ippolito e della famiglia estense, la ripresa di alcuni filoni narrativi come la guerra mossa da Agramante a Carlo Magno e l’amore tra Ruggiero e Bradamante, nonché il transito di alcuni personaggi strategici come Ranaldo/Rinaldo, cugino di Orlando e fratello di Bradamante. La maggiore divergenza risiede nell’emancipazione di Ariosto dall’universo canterino del Boiardo, ancora legato all’oralità, nella radicale inversione di rotta linguistica, con l’abbandono dei padanismi a favore di una lingua nazionale resa riconoscibile dalla mediazione di Petrarca, nella riformulazione dell’ottava rima e nella presenza, sconosciuta in Boiardo, di richiami a situazioni, fatti e personaggi della realtà contemporanea.
 
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