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Ironia
L’ironia è sempre stata riconosciuta come elemento caratteristico del Furioso. Secondo Hegel l’ironia ariostesca tende a ‘dissolvere’ il mondo cavalleresco medievale. Il procedimento ironico viene attivato dal poeta mediante il riadattamento e la trasformazione della materia e delle forme offerte dalla tradizione, dando vita a tutta una serie di possibilità, dall’omaggio alla parodia. L’ironia è la cifra costitutiva del romanzo, è l’elemento armonizzante di una materia pluricentrica e si configura come strumento della ragione di fronte alla minaccia dell’errore e della follia, e alla possibilità di scarti improvvisi tra il reale e il meraviglioso. In genere essa si manifesta attraverso il procedimento dello straniamento, con un improvviso cambio di prospettiva all’interno della narrazione che demitizza il dato letterario, svelando una piccola imperfezione o un elemento asimmetrico o un’incongruenza. Da un punto di vista strutturale consente i frequenti passaggi tematici e i cambi di registro tipici di una narrazione fondata sull’entrelacement. Essa è funzionale al relativismo ariostesco, alla varietas tematica e concettuale, ai cambi di prospettiva e ai ribaltamenti dei punti di vista che rendono il romanzo dell’Ariosto fondato sul continuo alternarsi di verità ammesse e poi contraddette. L’ironia presidia ideologicamente il romanzo, governa la sua strutturale vocazione all’erranza e alla flessibilità, destruttura l’orizzonte d’attesa del lettore, rompe i piani prospettici dei ruoli e delle azioni.

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