|
 |
Home Page >
Percorso tematico > La storiografia critica > Allegoria
Allegoria
Il tessuto narrativo del Furioso è percorso da un ordito allegorico che emerge in alcuni episodi e figurazioni, riallacciandosi alla tradizione degli emblemi. L’elemento figurativo ricopre un ruolo fondamentale nell’ideazione dell’emblema; individua un oggetto, un particolare del paesaggio o un animale e lo innalza ad un significato ulteriore. Secondo alcuni studiosi l’intero impianto del romanzo ariostesco sarebbe portatore di un significato morale non immediatamente percepibile, riposto nelle raffigurazioni emblematiche. Se forse l’allegoria non attraversa l’intero romanzo, è in ogni caso evidente che alcuni passaggi del Furioso contengono espliciti richiami allegorici. E’ il caso dell’isola di Alcina (canti VI-VIII) dove Ruggiero prigioniero viene liberato dalla maga Logistilla, allegoria della Ragione. Qui compaiono una serie di immagini allegoriche dei vizi umani e lo scontro tra le due fate rimanda al rapporto tra le diverse facoltà dell’anima. Ariosto prospetta un passaggio allegorico dall’irrazionalità di Alcina al logos di Logistilla. Anche il castello di Atlante, soprattutto nel canto XII, si configura come grande figura allegorica che Ariosto riprende da Boiardo rivestendola di significati ulteriori che oltrepassano la rappresentazione della corte. Il vallone lunare visitato da Astolfo, al canto XXXIV, con le cose perdute dagli uomini, si pone a sua volta come repertorio allegorico: è la ‘terra’ vista dalla ‘luna’. L’elemento allegorico presente nel Furioso filtra successivamente nel poema eroico, il genere letterario intermedio tra romanzo di cavalleria e poema epico tassiano, diffusosi a metà Cinquecento. Nel poema allegorico l’Italia liberata dai Goti [1547] di Gian Giorgio Trissino le immagini allegoriche saranno sovrastanti.
 
|
|
 |
 |
 |
 |
 |
    |