Giovanni BoccaccioBoccaccio
Home pagepercorso testualepercorso tematicoCreditienglish version
punto
bordo
percorso biografico   Home Page > Percorso biografico > 1341-48 > Difficoltà finanziarie

Difficoltà finanziarie

fotografia Il rientro di Giovanni Boccaccio a Firenze è segnato dall’insorgere di difficoltà familiari e economiche, legate allo scioglimento della collaborazione tra il padre Boccaccino e la compagnia dei Bardi e al mutato rapporto finanziario tra gli angioini e il comune fiorentino. Al rigoglio culturale e all’eleganza sfarzosa della corte napoletana si contrappone adesso la più modesta realtà di una città borghese, animata da forti conflittualità di classe e minata dalla faziosità politica, secondo l’immagine che l’autore ne dà nell’ Elegia di madonna Fiammetta: II, 6, 20[1]:

la tua città è piena di voci pompose e di pusillanimi fatti, serva non a mille leggi, ma a tanti pareri quanti v'ha uomini, e tutta in arme e in guerra così cittadina come forestiera fremisce, di superba, avara e invidiosa gente fornita, e piena d'innumerabili sollecitudini: cose tutte male all'animo tuo conformi. E quella che di lasciare t'apparecchi so che conosci lieta, pacefica, abondevole, magnifica e sotto ad uno solo re: le quali cose, se io alcuna conoscenza ho di te, assai ti sono gradevoli.

Politicamente la situazione di Firenze vede nel 1342 Gualtieri di Brienne, duca d’Atene, assumere la signoria della città. Il nuovo regime non riesce a insediarsi con durevolezza e viene rovesciato già nell’anno successivo. All’instabilità politica si lega anche il rivolgimento economico che porta al fallimento delle banche fiorentine dei Bardi e dei Peruzzi, rispettivamente nel 1343 e nel 1346.

In questo contesto di forte insicurezza politica e finanziaria Boccaccio vive male il trasferimento, tanto da lamentarsene in toni amari nella lettera all’amico Acciaiuoli: “dell’essere mio a Firenze contra piacere niente vi scrivo, però che più tosto con lagrime che con inchiostro sarebbe da dimostrare” Ep.: V, 6[2].

Napoli e la corte diventano oggetto di rimpianto nostalgico, e, fortemente idealizzate nel ricordo, si configurano come meta agognata, nella speranza di un possibile ritorno.

[1]Elegia di Madonna Fiammetta, a c. di C. Delcorno, in Tutte le opere di Giovanni Boccaccio, a c. di V. Branca, vol. 5.2, Milano 1994, pp. 57-58.

[2]Epistole e lettere, a c. di G. Auzzas, in Tutte le opere di Giovanni Boccaccio, a c. di V. Branca, vol. 5.1, Milano 1976, pp. 542-543.

on
off
off
off
off
            indietrostampaInternet Culturale
bordo
Percorso biografico - Percorso testuale - Percorso tematico
Home "Viaggi nel testo" - Dante Alighieri - Francesco Petrarca - Giovanni Boccaccio - Baldassarre Castiglione
Ludovico Ariosto - Torquato Tasso - Ugo Foscolo - Alessandro Manzoni - Giacomo Leopardi

Valid HTML 4.01 Strict        Valid HTML 4.01 Strict