Gli studi di diritto canonico e la formazione scientifica
A Napoli Boccaccio perfeziona, per volontà paterna, il tirocinio mercantile iniziato a Firenze, frequentando la Ruga Cambiorum dei Bardi, ma conferma ben presto di avere uno scarso interesse per le attività commerciali e finanziarie.
Fallita l’aspirazione di vederlo mercante, Boccaccino tenta di avviare il figlio agli studi di diritto canonico. Giovanni inizia così probabilmente la frequentazione dello Studium napoletano, che annovera tra i suoi docenti Cino da Pistoia, professore di diritto civile. L’incontro con Cino corrobora e favorisce l’inclinazione letteraria di Boccaccio, piuttosto che risvegliare in lui la passione giuridica. S’inizia così una frequentazione che segna un’importante tappa per la conoscenza boccacciana delle prove letterarie dei poeti volgari di Toscana, e, in particolare, per l’avvicinamento all’esperienza stilnovistica e alla poesia dantesca. Il confronto con altri giuristi letterati, come Giovanni Barrili e Barbato da Sulmona, e soprattutto il dialogo con il padre agostiniano Dionigi da Borgo San Sepolcro, portano Boccaccio a stretto contatto con la cerchia degli amici e corrispondenti di Petrarca, alimentando la sua curiosità per il poeta aretino e i suoi interessi umanistici. Si getta molto probabilmente qui, grazie a questa prima conoscenza indiretta, il seme di quel fruttuoso rapporto di ammirazione e scambio intellettuale che legherà per tutta la vita Boccaccio a Petrarca, trovando conferma e nuova forza a ogni incontro tra i due letterati.
Se commercio e diritto non soddisfano le aspettative formative del giovane Boccaccio, altrettanto non si può dire per le discipline scientifiche, verso le quali mostra un’inclinazione costante e viva. Figure chiave per l’iniziazione scientifica sono il matematico Paolo dell’Abaco e l’astronomo Andalò del Negro. Soprattutto quest’ultimo, ricordato allusivamente nel fortunato passo autobiografico di Filocolo: V, 8[1], affascinerà Boccaccio per i suoi insegnamenti, capaci di mediare tra dottrina astronomica e mitologia antica.
[1]Filocolo, a c. di A.E. Quaglio, in Tutte le opere di Giovanni Boccaccio, a c. di V. Branca, vol. 1, Milano 1967, pp. 558-567.

