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Inni Sacri: La Risurrezione
Gli Inni Sacri sono il primo riflesso, sul piano della creazione artistica, della nuova condizione spirituale del Manzoni dopo la conversione religiosa e sono altresì la prima rilevante manifestazione dell’avvenuta conversione letteraria. Progettati in numero di dodici, essi dovevano celebrare poeticamente gli eventi fondamentali del Cristianesimo, quali sono narrati nel Nuovo Testamento e ricordati nei riti della liturgia cattolica. Manzoni ne compose solo cinque: i primi quattro (La Risurrezione, Il nome di Maria, Il Natale, La Passione) fra il 1812 e il 1815, e il quinto (La Pentecoste) fra il 1817 e il 1822. Le forme metriche scelte dall’autore si richiamano alla tradizione della lirica settecentesca, dal Metastasio al Parini, ma il loro ritmo, solenne e insieme semplice e cantabile, vuole evocare gli antichi inni ecclesiastici (come l’inno ambrosiano) intonati coralmente dai fedeli. Il primo inno, La Risurrezione, scritto fra l’aprile e il giugno del 1812, esprime, nella cadenza festosa ed enfatica che gli conferiscono le strofette di ottonari, tutto il fervido ed ingenuo entusiasmo del poeta convertito per la fede appena ritrovata, celebrando l’evento più alto e significativo della Cristianità: la risurrezione dalla morte del corpo e dalla morte dell’anima. L’inno appare diviso in due parti, l’una di carattere storico e l’altra di carattere etico. Nella prima (vv.1-70) il poeta ci rappresenta il luogo e il tempo storici dell’evento narrato nei Vangeli ed annunziato dai Profeti biblici (il lamento delle donne sull’Ucciso; il Cristo che solleva e rovescia il marmoreo coperchio del sepolcro; l’angelo che siede sulla tomba vuota e risponde a Maddalena). Nella seconda (vv. 71-112) si enunciano gli effetti di quell’evento all’interno della società cristiana: i riti di festa, con un’esultanza sobria e decorosa; il rinnovarsi del sentimento della carità e della fratellanza; il compianto per i fratelli traviati e la speranza che “nel Signor chi si confida / col Signor risorgerà”.
 
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