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Percorso tematico   Home Page > Percorso tematico > Temi del romanzo > Il tragico e il comico

Il tragico e il comico

La possibilità che nel dramma la dimensione tragica si mescoli con quella comica è dal Manzoni decisamente negata nella prima bozza della Lettre allo Chauvet. Questa possibilità è invece accettata quando Manzoni si rivolge al nuovo genere del romanzo; anzi essa si rivela necessaria in una rappresentazione veritiera del mondo reale degli uomini, dove la vita è appunto commista di tragicità e di comicità, di sublimità e di bassezza. Il grande realismo dei Promessi Sposi consiste nella capacità di mostrare e comunicare al lettore i vari e contraddittori aspetti della vita umana, nella esteriorità materiale dei suoi eventi e nei più reconditi segreti dell’interiorità. Del resto, il nuovo genere del romanzo (il genere moderno che Manzoni immetteva nelle letteratura italiana) era costitutivamente un genere misto, nel quale confluivano gli altri generi tradizionali. Nei Promessi Sposi incontriamo la dimensione lirica (l’“Addio ai monti” di Lucia o l’episodio della “madre di Cecilia”); quella tragica (nella vicenda dell’Innominato o in quella di Gertrude); quella oratoria, da predica sacra (il discorso del cardinal Federigo all’Innominato e poi a Don Abbondio); quella saggistica (la ricostruzione e l’analisi storiografica); quella melodrammatica, da opera buffa (le vicende della “notte degli imbrogli”, al cap. VIII); quella tragicomica, e talora grottesca (la figura di Don Abbondio, o le scene della folla milanese in tumulto). La dimensione comica, nelle sue varie forme (farsa, burla, ironia, parodia) si mescola di continuo con le altre. Spesso viene a interrompere situazioni drammatiche per alleggerire la tensione e per contribuire all’equilibrio narrativo (ad es. la scena dei capponi di Renzo, al cap. III). Il comico può assumere la forma della satira (specialmente del Seicento, per l’irrazionalità del potere, della giustizia, della cultura, della stessa religione). Il comico è anche un’arma intellettuale con cui Manzoni mette in discussione, smitizzandoli, i valori culturali della lunga tradizione classicistica, che il romanticismo aveva ormai superato.

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