Le dieci giornate
Decameron
I. “Quello che più aggrada a ciascheduno”
Nella prima giornata del Decameron si racconta a tema libero, secondo la volontà della regina Pampinea. La narrazione è aperta dalla lunga novella di Ser Ciappelleto che, parodizzando la forma della legenda agiografica, ripercorre le tappe che portano alla santificazione di un uomo malvagio e corrotto, grazie alla certificazione di una falsa confessione. La contrapposizione ideologica che associa la prima all’ultima novella del Decameron, dove protagonista è una donna virtuosa, ha fatto parlare di un’architettura ascensionale dell’opera, costruita sull’affermazione di valori morali e religiosi. La tensione soteriologica innescata dalla depravazione di Ciappelletto-Giuda si ammorza nella pazienza di Griselda-Maria, punto terminale di un’evoluzione narrativa che si conforma al modello escatologico della Commedia dantesca[1]. L’importanza accordata alla scena della confessione, che occupa la parte centrale della novella iniziale, richiama l’attenzione del lettore sull’enorme potere della parola:
possiamo pertanto asserire che la progressione narrativa della prima giornata tende verso l’affermazione dell’ “homo loquens”, verso l’esaltazione di un ideale di “humanitas” raggiungibile soltanto attraverso l’arte retorica[2].
La comunicazione verbale, che anima la mouvance narrativa, qualificandosi come trait d’union della decuria novellistica della prima giornata, assume in più casi la misura breve del motto, come nell’episodio del giovane monaco che sfugge alla giusta punizione dell’abate (4), della Marchesana di Monferrato che decorosamente si sottrae alle voglie del re di Francia (5), della donna di Guascogna che reprime la viltà del re di Cipro (9). In due casi (3; 7) è la metadiegesi di una novella inserita all’interno della novella principale l’espediente che consente a Melchisedec e a Bergamino di avere la meglio su degli antagonisti loro gerarchicamente sovraordinati come il Saladino e Cangrande della Scala.
[1]V. Branca, Boccaccio medievale e nuovi studi sul Decameron, Firenze 19907.
[2]M. Picone, Il principio del novellare: la prima giornata, in Introduzione al Decameron, a c. di M. Picone-M. Mesirca, Firenze 2004, pp. 57-78, cit. p. 66.

