La moglie: Gemma Donati
Nata a Firenze probabilmente intorno al 1265 dal cavaliere Manetto, Gemma Donati fu promessa sposa a Dante già nel 1277, anno a cui risale l’atto dotale, rogato il 9 febbraio presso il notaio ser Oberto Baldovini. Il matrimonio con il poeta dovette, però, avvenire qualche anno piú tardi, verosimilmente tra il 1283 ed il 1285, se si vuole considerare legittimo il primogenito Giovanni, del quale si ha notizia in un documento lucchese del 1308. A quest’ultimo seguirono altri due figli maschi, Pietro e Iacopo, e una femmina, Antonia, la quale, entrata presto nel monastero ravennate di S. Stefano degli Ulivi, prese il nome di suor Beatrice.
Secondo un ritratto, un po’ troppo romanzato, di Vittorio Imbriani, Gemma dovette essere una pessima moglie per Dante e, del resto, stando a quel che dice Boccaccio, il rapporto tra marito e moglie si incrinò definitivamente in occasione dell’esilio del poeta. Da allora, infatti, pare che i coniugi non abbiano mai più voluto incontrarsi.
Nei documenti d’archivio successivi alla morte di Dante, il nome di Gemma compare in diverse istanze indirizzate al giudice sui beni dei ribelli, nelle quali la donna chiede di stornare la somma corrispondente alla propria dote dal patrimonio del marito, che il comune aveva confiscato in seguito alla condanna.
Trasferitasi dal borgo di San Martino del Vescovo cui appartenne anche il poeta in quello di San Benedetto, Gemma morì tra gli ultimi mesi del 1342 e i primi del ’43: in un atto del 9 gennaio del ’43, infatti, Iacopo Alighieri si dichiara erede della madre.