L’esperienza militare: Campaldino e Caprona
Mentre non si hanno riscontri sull’effettiva partecipazione di Dante alle due campagne militari intraprese dal comune di Firenze contro la ghibellina Arezzo del 1285 e del 1288, sembra certo invece il suo coinvolgimento nella cruenta battaglia (più di 1700 i morti ghibellini e circa 2000 i prigionieri), che, l’11 giugno del 1289, a Campaldino, nel Casentino, tra i castelli di Poppi e di Romena, segnò la vittoria dei Fiorentini sui fuorusciti ghibellini e sugli Aretini. La notizia è riportata dallo storico quattrocentesco Leonardo Bruni, il quale afferma di aver letto un’epistola dantesca, ormai perduta, in cui il poeta dichiarava di aver partecipato allo scontro come feditore a cavallo, cioè come cavaliere scelto d’attacco. Del grave scontro d’armi resta una traccia nella Commedia attraverso l’episodio di Purg. V, relativo a Bonconte da Montefeltro, morto proprio a Campaldino.
In quella stessa estate, ad agosto, Dante prese parte anche all’assedio del castello di Caprona, nel Valdarno pisano, che si concluse con un’altra vittoria dell’esercito fiorentino e della Taglia guelfa e che consentì a Nino Visconti di riprendere possesso del castello. Anche questo episodio sarà poi menzionato in un passo della Commedia, quando il poeta ricorderà il timore dei difensori della rocca, nel camminare tra gli avversari vincitori, all’indomani della resa: “cosí vid’io già temer i fanti / ch’uscivan patteggiati di Caprona, / veggendo sé tra nemici cotanti” (Inf., XXI 94-96).
L’esperienza militare di Dante dovette comunque essere assai breve: non si ha notizia, infatti, di una sua partecipazione diretta ad altri combattimenti.

